Miteni, lavoratori in stato di agitazione: “Disdetti dalla società tutti gli accordi sindacali”

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La sede della Miteni a Trissino

Nell’azienda chimica di Trissino sotto i riflettori per il caso Pfas (lo sversamento di composti perfluoroalchilici che secondo Arpav dallo stabilimento è confluito nella falda) c’è tensione tra i 130 lavoratori e l’azienda. La rappresentanza sindacale interna (Rsu) ha indetto lo stato di agitazione come “prima concreta risposta alla disdetta, da parte aziendale, di tutti gli accordi aziendali in essere. Accordi aziendali assunti negli anni attraverso condivise relazioni industriali, che riguardano importanti ed evolute predisposizioni in tema di salvaguardia della salute, sicurezza e ambiente di lavoro, oltre che altre puntuali previdenze di carattere sociale, sindacale e salariale. Respingiamo fermamente questo modus operandi dell’attuale direzione su questioni così complesse e delicate, del tutto in contraddizione con gli indirizzi di condivisione, collaborazione, coesione dalla stessa più volte enunciati”.

Per i rappresentanti sindacali “nel momento in cui l’azienda sta vivendo il periodo sicuramente più difficile della sua storia, risulta francamente incomprensibile una tale decisione, con tutte le implicazioni che essa determina anche in relazione al quadro di queste difficoltà. In passato, con le precedenti gestioni, si erano registrate altre tensioni riguardanti questo tipo di relazioni, ma mai si era giunti da parte aziendale ad azioni di questo tipo. Anzi, in occasione di altre gravi situazioni aziendali, ci riferiamo ad esempio alla cessione di Miteni da Mitsubishi ad Icig nell’anno 2009, sempre si è perseguita la via del dialogo e le soluzioni si sono trovate, preservando innanzitutto questi accordi aziendali ritendendoli, per la loro articolazione e regolazione di importantissimi temi quali le condizioni di lavoro intercalate alle peculiarità delle nostre attività (a rischio di incidente rilevante, legge Seveso ter e affini), un valore aggiunto e un patrimonio aziendale. Per noi tutto questo è e rimane di essenziale importanza, un bene dell’azienda assolutamente da difendere”.

I lavoratori si appellano alla Regione: ” Siamo fiduciosi e confidiamo negli impegni assunti dalla Regione Veneto durante gli incontri a Venezia del 28 marzo e 26 aprile 2017 avvenuti con gli assessori Gianpaolo Bottacin, Luca Coletto, Elena Donazzan ed il presidente Roberto Ciambetti. Ambito dal quale è scaturita l’istituzione del “Tavolo di Crisi Miteni”. Registriamo favorevolmente che la Regione abbia riconosciuto le nostre istanze rappresentate in quella sede in tema di monitoraggio sanitario dei dipendenti ex dipendenti Miteni e terzi, proprio in ragione delle altissime concentrazioni di Pfas presenti nel siero di questi lavoratori. Ancor più, in tema di chiarimenti applicativi dei provvedimenti in materia ambientale riguardanti l’azienda. Infine, riconosciamo l’impegno assunto nella ricognizione in tema di investimenti relativi ad un piano industriale della Miteni. Investimenti rispetto ai quali la Regione si proponeva di richiedere un coinvolgimento diretto alla casa madre Icig che controlla Miteni, al fine di avere un suo concreto intervento per fronteggiare l’emergenza Pfas determinatasi nella popolazione e nei territori coinvolti. Oltre che un impegno di responsabilità verso i 130 dipendenti del sito di Trissino, quindi delle attività di innovazione, riqualificazione e risanamento ambientale”. La Rsu di Miteni ha chiesto ai rappresentanti dei sindacati  di sollecitare un incontro con la Regione per riconvocare il “Tavolo di Crisi Miteni”.