Esplorare il Vicentino – Leute Kubala e Canyon del Ghelpach sull’Altopiano di Asiago

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La Grotta del Popolo, dal cimbro Leute Kubala, è una famosa cavità carsica dell’Altopiano di Asiago. Sebbene non abbia un grande sviluppo, essa riserva grande fascino a chi si addentra al suo interno: un grande masso squadrato si trova incastrato tra due alte pareti di roccia, le quali delimitano l’apertura più ampia della grotta che si affaccia su un dirupo sopra il Canyon del Ghelpach.

Il nome “Grotta del Popolo” deriva dalla storia locale secondo la quale gli abitanti di Canove si rifugiarono qui a seguito della distruzione del loro paese verso la fine del Quattrocento; in effetti l’ampia caverna può offrire riparo a numerose persone e grazie all’ampia apertura sulla valle c’è una discreta illuminazione della cavità.

All’interno della Leute Kubala sono stati rinvenuti resti dell’estinto orso delle caverne (Ursus spelaeus): questo gigante del passato poteva superare in dimensioni e peso i più grandi orsi di oggi e usava ritirarsi nelle grotte.

Anche in Veneto non sono stati rari i ritrovamenti fossili di questo mammifero preistorico, come testimoniano ad esempio i reperti del Buso della Rana nel vicentino e dei Covoli di Velo nel veronese. La Leute Kubala si è originata all’interno di calcari grigi in seguito all’erosione di acque di percolazione come è ancora visibile specialmente sulla volta della cavità e per crollo laterale che ha originato il ponte naturale costituito dal masso incastrato.

La grotta è sviluppata su due piani: il primo nel quale si entra dall’ingresso più piccolo è rialzato rispetto alla sala più ampia sottostante in leggera pendenza. L’alta parete che si salda alla volta della cavità è incisa da numerosi strati di roccia che in alcuni casi formano delle piccole cenge. Per raggiungere la grotta si può partire dall’avvallamento situato tra Treschè Conca e Canove, dove si trovano alcune cave. Appena dopo il ponte sul torrente Ghelpach si trova uno spiazzo dove si lascia l’auto ed inizia il sentiero 801 lungo una stradina sterrata pianeggiante. La si segue passando sotto la Schaff Kugela, cioè il “Riparo dei pastori”, un’ampio tetto di roccia dalla grande mole che si prolunga dalla montagna per tutta la larghezza della strada.

In circa 20 minuti si raggiunge il cartello informativo della Leute Kubala dal quale scende un ripido sentiero verso il sottostante canyon. Lo si segue fino a notare ad una svolta una piccola grottina e delle staffe in ferro che aiutano a scendere lungo la paretina rocciosa. Attenzione: in questo tratto bisogna porre molta attenzione soprattutto in caso di terreno bagnato perché si rischia di precipitare nella forra sottostante! Scesi i pochi metri con le staffe si segue la traccia di sentiero che porta all’ingresso della grotta. Entrati è subito meraviglia.

Ritornati sul sentiero, vale la pena di scendere al vicino Canyon del Ghelpach: basta seguire la traccia che cala ripida nel bosco, dove in alcuni punti si trovano anche delle corde fisse che fungono da corrimano. Durante la bella stagione si trova il torrente che scorre, uno dei pochi torrenti che si vedono sull’Altopiano di Asiago a causa della natura carsica del luogo; d’inverno invece si trovano delle magnifiche cascate di ghiaccio frequentate da chi pratica l’ice climbing. Queste “fredde sculture” della natura meritano anche solo di essere ammirate soprattutto per il luogo suggestivo.

Giunti nel canyon, se si va a destra si arriva ad un alto salto di roccia dal quale si nota una bellissima candela di ghiaccio nella forra sottostante. Se si va a sinistra invece si percorre un corridoio ghiacciato con le pareti adornate di ampie colate e stalattiti vitree. Si continua fino a raggiungere un magnifico anfiteatro roccioso anch’esso ricco di cascate di ghiaccio.

Visitati la Leute Kubala e il Canyon del Gelpach, si può tornare per la stessa via dell’andata oppure proseguire per la stradina sterrata e congiungersi con la Val d’Assa dove si trovano dei graffiti incisi sulla roccia risalenti all’età preistorica. Il sentiero da seguire è sempre l’801.