Pollicultura con quattro lavoratori clandestini. Titolare viene “spennato” dalle multe

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Immagine di archivio di un allenamento di pollame a terra

A venire letteralmente “spennato” sarà il titolare di un’azienda di allevamento pollame del Bassovicentino, dopo il blitz dei Carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro (Nil) di Vicenza in un sito di Barbarano Mossano. Sforata la soglia degli 80 mila euro tra ammende e sanzioni di carattere amministrativo, cifra tutt’altro che banale da corrispondere a pena di chiusura dell’attività economica. Si tratterebbe dell’ennesima condotta affine al fenomeno del caporalato, con crescita esponenziale nel periodo estivo.

L’imprenditore del primo settore, per ora ignoto il suo nome, oltre ai salassi in termini di sanzioni da pagare, dovrà affrontare un processo per una serie di violazioni delle norme contenute nel decreto Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro del 2008. E’ risultata Fuori regola la manodopera presente nello stabilimento nella zona dei Colli Berici, dove spiccava l’impiego di lavoratori clandestini e “in nero”.

La lista delle violazioni, però, è più “farcita”: dalla mancata elaborazione del Documento di Valutazione dei Rischi alla nomina (assente) del medico competente; dalla fornitura ai lavoratori dei Dispositivi di Protezione Individuale all’omesso invio dei lavoratori alle visite mediche di idoneità sanitaria; dalla “dimenticanza” dei corsi formativi obbligatori fino al tasto più significativo dell’impiego di lavoratori subordinati privi di permesso di soggiorno. Di pochi giorni fa la notizia di analoghe verifiche a Dueville e Pozzoleone.

Controlli contro il caporalato nelle aziende agricole: multe e denunce nel Vicentino

Al momento del sopralluogo dei militari dell’Arma nella pollicultura è emersa la presenza di 6 collaboratori attivi, tra cui un minorenne. Due terzi di questi, sono risultati irregolari in Italia. L’assenza di un permesso di soggiorno convalidato, costerà anche a ciascuno di loro una denuncia per lo stato di clandestinità. Nel report finale che accompagna l’operazione si ricava la contestazione all’imprenditore vicentino di ammende per un totale di 50.423,78 euro di e sanzioni amministrative per complessivi 33.120 euro.

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