Mossano e Barbarano, il matrimonio “s’ha da fare” per il 70% dei futuri concittadini

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Gli abitanti di Barbarano e Mossano possono già, ufficiosamente, ritenersi concittadini. La promessa di matrimonio tra i due piccoli comuni del Bassovicentino ha trovato nel referendum di ieri la conferma dell’unione oramai imminente, espressa dalla maggioranza degli “elettori” con il voto favorevole alle urne. Per più di due terzi dei futuri “compaesani” – oltre il 70% i sì – la proposta di fusione rappresenta la scelta migliore, tanto da convogliare 1.285 voti affermativi – sui 3.588 aventi diritto – a Barbarano e 594 – su 1357 – a Mossano. A conti fatti sono 1879 i barbaranesi e mossanesi dichiaratisi favorevoli.

All’orizzonte il varo ufficiale del nuovo municipio di Barbarano Mossano, nuova denominazione politicamente corretta sancita da un sondaggio popolare e che mette “in riga” le due realtà in rigoroso ordine alfabetico. Una scelta ampiamente condivisa, dunque, che ha posto in secondo piano la sparuto fronte del no e una fetta invece più cospicua di astenuti dal voto.

Guardando le dettaglio le percentuali spulciate dalla regione, poco più di metà i mossanesi recatesi ad esprimere la preferenza (50,69%), più “presenti” rispetto ai barbaranesi (37,82%). Netto il responso al bivio tra il SI (94,69% e 77,8%) ma stavolta i più convinti a celebrare la fusione risultano i cittadini del comune più popoloso, vale a dire Barbarano, segno che qualche sacca di campanile resisteva nel territorio più a Nord fra i due.

La futura amministrazione, una volta completato l’iter che confermerà la svolta storica, riceverà l’incarico dopo lo scioglimento delle due assemblee locali attualmente in carica. I sindaci Cristiano Pretto e Giorgio Fracasso, già di fatto “alleati” verso l’unificazione, saranno chiamati a collaborare a stretto contatto con un commissario prefettizio nominato ad hoc.
A metà del 2018, infine, le elezioni che daranno vita ad al primo consiglio comunale di Barbarano Mossano, governo unico di una collettività composta da oltre sei mila e 400 abitanti, con gli ormai noti vantaggi in termini di contributi statali e regionali da investire sul (nuovo) territorio.

Esito opposto al Nord della provincia berica, dove è sfumata almeno per oggi l’ipotesi di unione tra Tonezza e Arsiero. In agenda futura le ipotesi della confluenza in Colbregonza di Carrè e  Chiuppano, oltre a Lusiana/Conco, Roana/Rotzo e Gambugliano/Sovizzo e Mason/Molvena.