La prospettiva di una guerra civile in Libia scuote la politica italiana: vertice a Palazzo Chigi

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Sale la tensione in Libia dove sono quasi 10mila le persone fuggite dai combattimenti vicino Tripoli e metà di loro solo negli ultimi due giorni. Lo annuncia un portavoce dell’Onu a Ginevra, Rheal Leblanc, secondo cui: “I trasferimenti dalle zone colpite dagli scontri a Tripoli e nei dintorni continuano ad aumentare”, precisando che oltre a coloro che sono fuggiti ci sono “molte famiglie che restano bloccate nelle zone di conflitto”.

La situazione si sta infuocando anche alle porte di Tripoli, dove sono stati avvertiti colpi di arma da fuoco ed esplosioni e dove le forze guidate dal generale Khalifa Haftar si scontrano con quelle del governo riconosciuto dalla comunità internazionale intorno alla zone del vecchio aeroporto e del quartiere di Ain Zarz.

Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari (Ocha) in un “aggiornamento flash” sulla situazione nei dintorni della capitale, nelle ultime 24 ore ci sono stati 3.500 sfollati. “La comunità internazionale rimane gravemente preoccupata per la sicurezza e la sicurezza dei civili bloccati nelle aree colpite dal conflitto alla periferia di Tripoli”, si legge nella nota, nella quale si segnala che “le richiesta di evacuazione in zone più sicure a Tripoli di almeno 3.250 persone non hanno potuto ricevere risposta. Ciò significa che 9 famiglie su 10 che hanno chiesto di essere evacuate non possono essere raggiunte”. La comunità internazionale continua a chiedere una tregua umanitaria temporanea per consentire la fornitura di servizi di emergenza e il passaggio volontario di civili, compresi quelli feriti, da aree di conflitto.

Intanto la prospettiva di una guerra civile in Libia scuote la politica italiana, che si divide soprattutto dopo le rivelazioni esclusive di ‘la Repubblica’ sul ruolo di Parigi nell’avvio dell’offensiva di Haftar. Il premier, Giuseppe Conte, prova a stemperare le polemiche sul ruolo francese: “Il momento delle tensioni franco-italiane è finito”, dice in un’intervista al quotidiano francese Les Echos.

Ma il Pd attacca il governo con Marco Minniti, ex ministro dell’Interno che, nel 2017 gettò le basi di un’intesa con il governo di unità nazionale guidato da Serraj. “Secondo me il governo italiano ha fatto un errore clamoroso nel portare la questione dell’immigrazione come elemento di rottura in Europa. Così sono aumentate le diffidenze e l’Italia è rimasta isolata”. E’ quanto ha dichiarato a ‘Circo Massimo’, su Radio Capital.”L’Italia deve comprendere che isolarsi e far la guerra a tutti significa perdere ruolo e funzione. L’Italia isolata nel Mediterraneo centrale rischia l’assoluta irrilevanza”, ha concluso Minniti.

Critico anche il presidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani: “Purtroppo la Francia e l’Italia perseguono obiettivi diversi e l’Italia non riesce a svolgere un ruolo”.

Intanto oggi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, presiederà una riunione a Palazzo Chigi sulla Libia. All’appuntamento sulla crisi libica, che si terrà attorno alle 16, dovrebbero prender parte i ministri degli Esteri e della Difesa Enzo Moavero Milanesi e Elisabetta Trenta. Non è esclusa, inoltre, la presenza del vicepremier Luigi Di Maio, mentre l’altro vicepremier, Matteo Salvini, non ci sarà perché impegnato a Milano.