Medio Oriente, domani tregua e scambio di ostaggi. Rabbini contro il Papa: “gelida equidistanza”

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Le autorità de Il Cairo hanno ricevuto la lista con i nomi dei primi 13 ostaggi che dovrebbero essere liberati da Hamas, che ha confermato che la tregua scatterà domani alle 7 di mattina, quando in Italia saranno le sei.

Per il trasferimento degli ostaggi sarà utilizzato il valico di Rafah secondo l’agenzia di stampa russa ‘Tass’. “A quanto pare, se tutto va come l’ultima volta, gli ostaggi saranno rilasciati attraverso il checkpoint di Rafah”, ha detto l’ambasciatore israeliano in Russia, Alexander Ben Zvi.

Il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian, è arrivato in Qatar per incontrare a Doha i leader di Hamas e dell’emirato proprio per discutere della situazione a Gaza e dell’accordo sul rilascio degli ostaggi. Secondo la portavoce del ministero degli Esteri francese Anne-Claire Legendre, l’accordo di tregua dovrebbe andare avanti “senza ulteriori rinvii”. “Chiediamo che i termini di questo accordo siano pienamente rispettati”, ha aggiunto, la portavoce.

Intanto però emergono nuove tensioni tra Israele ed Hamas, dopo che il direttore dell’ospedale al-Shifa, Mohammed Abu Salmiya, è stato arrestato e portato ad Israele per essere interrogato dopo che sono emersi nuovi elementi a conferma che la struttura, “sotto la sua diretta gestione, fungeva da centro di comando e di controllo di Hamas”. Hamas ha condannato l’arresto, ha invitato le organizzazioni internazionali a collaborare per un rilascio immediato e in un comunicato aggiunge: “Lo consideriamo un atto spregevole, proveniente solo da un’entità priva di ogni senso di umanità e di morale, oltre ad essere un crimine e una flagrante violazione delle convenzioni internazionali che garantiscono in ogni momento l’assenza di attacchi contro il personale medico”.

Tensioni anche tra il consiglio dell’Assemblea Rabbinica d’Italia e Papa Francesco, dopo quelle che sono state considerate come parole di “gelida equidistanza” quelle con cui Bergoglio “ha pubblicamente accusato di terrorismo entrambe le parti” in conflitto. L’incontro del Pontefice coi parenti degli ostaggi rapiti da Hamas “è stato seguito da un incontro con parenti di palestinesi prigionieri in Israele, mettendo sullo stesso piano innocenti strappati alle famiglie, con persone detenute per atti gravissimi di terrorismo”, si legge nella nota dei rabbini.

A chiarire le dichiarazioni del Papa è quindi intervenuto il Card Zuppi: “Il Papa è attento e questo non vuol dire mettere tutti sullo stesso piano. Il 7 ottobre è stata una tragedia e quindi l’attenzione, la condanna”. “Perché il Papa chiede il cessate il fuoco? Perché c’è una sofferenza terribile”. “Mi sembra spinga per un’altra soluzione, perché si combatta davvero il terrorismo, togliendo tutto ciò che per certi versi lo può giustificare”. “Non è che non capisca le motivazioni di Israele”, ha quindi puntualizzato Zuppi.