Siria: gli Usa abbandonano l’area e lasciano via libera all’intervento della Turchia

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Le Nazioni Unite si stanno preparando allo scenario peggiore nel nord est della Siria dopo che gli Stati Uniti si sono fatti da parte per permettere alla Turchia di effettuare azioni militari nella zona. “Non sappiamo cosa succederà. Ma ci prepariamo al peggio”, ha dichiarato il coordinatore Onu per le operazioni umanitarie in Siria, Panos Moumtzis sottolineando che le Nazioni Unite restano in contatto “con entrambe le parti sul campo”. La nostra priorità, ha detto, è che qualsiasi eventuale azione della Turchia non abbia conseguenze sul piano umanitario.

La Turchia considera i combattenti curdi insorti, come dei terroristi, e ha cercato a lungo di porre fine al sostegno americano al gruppo. In un tweet questa mattina, il capo della diplomazia turca, Mevlut Cavusoglu ha fatto sapere: “Siamo determinati a garantire la sicurezza della Turchia ripulendo la regione dalla presenza dei terroristi. Contribuiremo a portare sicurezza, pace e stabilità alla Siria”. “Abbiamo sostenuto l’integrità territoriale della Siria sin dall’inizio della crisi (nel 2011) e continueremo a farlo”, aggiunge il ministro degli Esteri della Turchia.

“È il momento per noi di sfilarci da ridicole guerre senza fine, molte delle quali tribali. È il momento di riportare i nostri soldati a casa”, ha twittato invece il presidente Usa Donald Trump. “Combatteremo solo dove avremo benefici, e combatteremo solo per vincere. Turchia, Europa, Siria, Iran, Iraq, Russia e i curdi dovranno risolvere la situazione e capire cosa voglio fare con i soldati dell’Isis catturati”. Siamo stati lì per oltre tre anni, quando inizialmente saremmo dovuti restarci trenta giorni, spiega ancora Trump. “Noi”, continua, “andiamo dove c’è bisogno e per vincere, ma siamo lontani 7000 miglia da loro, se l’Isis ci minacciasse ancora, se si avvicinasse, torneremo a combatterlo”.

Precedentemente, il gruppo curdo, noto come Forze democratiche della Siria, è stato il partner più affidabile degli Stati Uniti nella lotta contro il sedicente Stato islamico in un angolo strategico della Siria settentrionale. Ora, la decisione di Trump va contro le raccomandazioni dei massimi funzionari del Pentagono e del Dipartimento di Stato che hanno cercato di mantenere una piccola presenza di truppe nel nord-est della Siria per continuare le operazioni contro lo Stato Islamico, per tenere anche d’occhio la situazione in Iran e Russia.

Le forze curdo-siriane dal canto loro, hanno affermato di esser pronte a “difendere a ogni costo” il nord-est della Siria, in particolare la zona al confine con la Turchia esposta alla pressione turca e da dove nelle ultime ore si sono ritirare truppe americane. “La zona è ora diventata un teatro di guerra. Noi siamo determinati a difendere il nordest a ogni costo. Siamo pronti alla guerra totale”, ha detto il portavoce delle forze curdo-siriane, Mustafa Bali, citato dai media locali e regionali.