Conte alla Camera: nel nuovo Dpcm misure diverse per aree, dad, centri commerciali e musei chiusi nei weekend

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Sono terminate nell’Aula della Camera le comunicazioni del premier Giuseppe Conte sul nuovo Dpcm con le misure per contrastare la diffusione del Covid. Il presidente del Consiglio ha parlato per oltre 40 minuti. Ora ha inizio il dibattito successivo alle comunicazioni, dopodiché l’Aula si esprimerà con un voto sulle risoluzioni. Nel pomeriggio Conte riferirà anche al Senato.

La firma sul nuovo decreto dovrebbe arrivare domani. Previsto lo stop alla mobilità verso le Regioni dichiarate a rischio salvo che per comprovate esigenze di lavoro, studio e salute. Didattica a distanza al 100% per le scuole superiori e chiusura dei centri commerciali nel weekend così come dei musei. “La strategia va modulata in base alle differenti criticità individuate nei territori” ha spiegato il premier “Il prossimo Dpcm individua 3 aree corrispondenti ad altrettanti scenari di rischio, per ciascuno dei quali sono previste misure via via più restrittive”.

“La curva corre in ogni Continente. L’Ue all’interno di un quadro globale è una delle aree più colpite dall’urto della seconda ondata. Nelle ultime settimane l’incremento di casi Covid è stato di 150 contagi per ogni 100 mila abitanti ed anche nel nostro Paese la situazione è in peggioramento, la recrudescenza ha condotto ad una moltiplicazione significativa dei contagi “. Questo è la situazione tratteggiata da Giuseppe Conte nel suo intervento alla Camera sottolineando che il quadro epidemiologico è “in via di transizione verso lo scenario 4”, ovvero il più critico.

Il nuovo Dpcm, che dovrebbe vedere la luce nelle prossime ore, prevederebbe anche un coprifuoco nazionale alle 21. E’ quanto sarebbe stato deciso stamattina nella riunione del premier Giuseppe Conte con i capi delegazione. La stretta alle misure contro il diffondersi del coronavirus era stata anticipata dal sottosegretario al ministero del Lavoro, Francesca Puglisi. L’obiettivo è quello di alleviare il carico già molto pesante sul Sistema sanitario nazionale.