Covid, il modello francese sul green pass spacca la maggioranza

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La scelta della Francia di estendere il green pass per i luoghi pubblici, compresi ristoranti, mezzi di trasporto, concerti e spettacoli agita l’esecutivo italiano. Il tema, sullo sfondo del  rialzo dei contagi e soprattutto della ripresa dei ricoveri, sarà sul tavolo del governo. Fonti di governo fanno sapere all’Ansa che l’uso allargato del certificato verde “sarà oggetto di  discussione  e valutazione nei prossimi giorni”.

La maggioranza è spaccata. C’è chi appoggia in pieno la scelta di Macron, chi predilige una “via italiana” e chi invece è nettamente contrario. Tra i “chiaramente” a favore c’è Renato Brunetta. Per il ministro della Pubblica amministrazione “non si possono invocare riaperture indiscriminate senza un richiamo alla responsabilità individuale che riverbera sulla salute collettiva”. Invita a “fare subito come ha fatto la Francia, applicando ‘sul serio’ il Green pass”, il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri.

“Una via italiana all’utilizzo ampio del Green pass” è invece la posizione della ministra per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini che afferma: “In Italia stiamo confermando le oltre 500mila vaccinazioni ogni giorno. Però la variante Delta ci preoccupa e quindi credo che si debba trovare una soluzione ma su questo – aggiunge –  non inseguiamo modelli stranieri.  Il governo valuterà  di estendere l’utilizzo del Green pass ad altri servizi nella logica di incentivare le vaccinazioni”.

Assolutamente contrario Matteo Salvini che dopo essersi confrontato con Mario Draghi sul tema dice: “ le scelte estreme  non piacciono né a me né al premier. Il  modello francese  non è un modello, è fuori discussione”. Il leader della Lega pensa sia una “follia farsi un tampone per andarsi a prendere un cappuccino al bar” e crede che il “vaccino” debba essere una “scelta consapevole, non un obbligo.