Governo, soffiano venti di crisi dopo il nuovo scontro Lega-M5S

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Prove di crisi a Palazzo Chigi. Se dalle pagine dei giornali Di Maio e Conte rassicurano la Lega sulla tenuta del governo, le dichiarazioni di Salvini fanno capire che la maggioranza è di nuovo a rischio. Il M5s dice di non avere piani col Pd per una nuova alleanza, il Carroccio però non si fida. E sullo sfondo la vicenda dei presunti fondi russi alla Lega sembra sia la miccia che potrebbe far deflagrare tutto. Intanto Salvini da Helsinki attacca Di Maio e dichiara: “Non ha più la mia fiducia. Se c’è la crisi il garante è Mattarella. Non andrò al Consiglio dei ministri né al vertice sulle autonomie. Oltre a questo governo ci sono solo le elezioni”. Il capo del M5s riunisce i suoi. Il ministro leghista Giulia Bongiorno dice: “Meglio chiuderla qui se andiamo avanti a colpi di no”. Il segretario dem Zingaretti rincara la dose: “Paralisi totale,il progetto politico gialloverde è fallito”

Lo scontro. L’ipotesi ribaltone nell’esecutivo si rafforza dopo il voto discordante di M5s (a favore) e Lega (contro) in merito all’elezione di Ursula von der Leyen a presidente della Commissione Ue. Voci insistenti parlano di crisi. In serata Matteo Salvini ha smentito l’incontro di oggi al Quirinale con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, trapelato in ambienti parlamentari.”Non sono previsti strappi”, aggiungono fonti della Lega. Salvini venerdi 19 luglio sarà a Milano, per stare con i figli. Mentre Di Maio su Facebook scrive: “Noi abbiamo voglia di continuare. Se la Lega vuole tornare al voto, lo può dire chiaramente, ma se ne assume la responsabilità. Se cade questo governo, il rischio è che torni l’asse Pd-FI. Il M5S non lascia il Paese in mano alla gente che l’ha distrutto. Per me questo è il solo governo possibile, che può fare le cose per gli italiani. Se non c’è questo governo, si torna al voto. Io gli italiani non li tradisco. Non abbiamo paura del giudizio della storia. Sappiamo di stare dalla parte giusta. Senza interessi, con le mani libere”. E il tira e molla nel governo gialloverde prosegue.