Inchiesta Liguria, respinta la mozione di sfiducia contro Toti. Proteste dei cittadini

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È stata, agli arresti domiciliari dal 7 maggio scorso, presentata in Consiglio regionale da quattro delle cinque forze politiche all’opposizione: Pd, Lista Sansa, M5S e Linea Condivisa, esclusa Azione. Sono stati 18 i voti contrari (l’intero centrodestra) e 11 i favorevoli (Pd, Lista Sansa, M5S e Linea Condivisa). Assente perché in congedo per “motivi personali” il capogruppo di Azione, che non ha firmato il documento.

Il governatore ligure, Giovanni Toti, in una lettera inviata in mattinata al Consiglio regionale, ha ribadito di non voler dare le dimissioni e ha accusato le opposizioni: “Voi volete distruggere il ‘modello Liguria’ che in questi anni, con la orgogliosa reazione al crollo del Morandi, è stato costruito. Anche oggi, come facciamo ormai da nove anni, siamo qui per rimediare alle vostre incapacità, oggi più palesi che mai, di confrontarvi sui temi e sui progetti, non sui pregiudizi”. Il documento è stato letto in Aula dal capogruppo della lista Toti, Alessandro Bozzano, durante la seduta in cui si vota la mozione di sfiducia contro il presidente, presentata dai partiti di opposizione.

Ha parlato anche Alessandro Piana, presidente ad interim della Regione: “La Regione Liguria è in una situazione straordinaria, per me può anche starci fino a fine mandato, abbiamo tutti i requisiti e le carte in regola per rimanere fino a fine mandato, salvo un’indicazione diversa da parte del presidente Toti”, ha detto in una conferenza stampa. “Dal punto di vista amministrativo abbiamo le carte in regola per poter continuare”, ha ribadito.

Le proteste. All’ingresso dell’assemblea del Consiglio regionale alcune decine di manifestanti hanno lasciato le scarpe per terra e alzato cartelli contro la corruzione in politica con scritto “Ancora una scelta per il bene pubblico: Toti dimettiti”, “Non ci serve un presidente in smart working”, “No a finanziamenti in cambio di favori”. Ci sono stati inoltre numerosi battibecchi tra il pubblico sugli spalti durante gli interventi in aula, tra cittadini favorevoli e contrari alla mozione di sfiducia tanto che le guardie giurate sono dovute intervenire più volte per placare gli animi.