La ressa di piazza San Carlo a Torino ‘inguaia’ la sindaca Appendino

La ressa di piazza San Carlo a Torino la sera della finale di Champions League che vedeva impegnata la Juventus, lo scorso 3 giugno, inguaia la sindaca Chiara Appendino. Sono infatti saliti a tre gli indagati e tra loro c’è proprio la prima cittadina di Torino, indicata in molte denunce dei feriti, come responsabile della mancanza di sicurezza nella gestione dell’evento, che si è concluso con un fuggi fuggi che ha provocato la morte di una donna e il ferimento di un numero impressionante di tifosi, 1.526 e quasi tutti hanno riportato tagli dovuti ai cocci di bottiglia, che ricoprivano la piazza torinese a causa della mancanza di una ordinanza anti-vetro.
Indagati per ordine della procura ci sono anche Maurizio Montagnese e Danilo Bessone, rispettivamente presidente e dirigente di Turismo Torino che è la municipalizzata incaricata dal Comune per l’organizzazione dell’evento. Entrambi i manager hanno ricevuto l’avviso di garanzia. Montagnese è stato anche già ascoltato dai procuratori Vincenzo Pacileo e Antonio Rinaudo. Bessone lo sarà a breve. Per loro l’accusa è lesioni e omicidio colposo. Uno dei feriti di quella sera, Erika Pioletti, morì dopo giorni di coma. I pm stanno ancora cercando di capire cosa abbia scatenato la psicosi di un attentato durante Juventus-Real Madrid.
Intanto però dall’entourage della sindaca arriva la smentita: “Non abbiamo ricevuto nulla, nessuna comunicazione dalla Procura”, ha fatto sapere in particolare il portavoce della Appendino, Luca Pasquaretta. Interpellato in merito, il procuratore Antonio Spataro ha risposto: “Non confermo né smentisco”.