Lavoro, Cgil in piazza. Meloni attacca: “Sinistra protesta contro governo che ancora non c’è”

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A Roma si mobilita il mondo del lavoro. E’ partito poco prima delle 14 da piazza della Repubblica il corteo per la manifestazione nazionale della Cgil “Italia, Europa ascoltate il lavoro”. Alla testa del corteo, aperto dallo striscione della confederazione e diretto in Piazza del Popolo, il segretario generale Maurizio Landini . Enrico Letta, invece, alle 19 sarà alla sede di Corso Italia, sempre a Roma, per l’anniversario dell’assalto di un anno fa alla Cgil.

Il corteo si snoda tra le bandiere rosse del sindacato, quelle della pace, e slogan tra cui quello che recita “Basta stragi sul lavoro”. Presente anche il ministro del Lavoro, Andrea Orlando. La Cgil chiede all’Italia e all’Europa di rimettere al centro i temi del lavoro e della giustizia sociale e al prossimo governo rilancerà l’agenda con le sue dieci proposte tra cui: aumento di stipendi e pensioni (col superamento della legge Fornero); introduzione del salario minimo; una “vera” riforma del fisco, “progressiva e redistributiva”, con il no alla flat tax; la sicurezza nei luoghi di lavoro; la necessità di garantire e migliorare una misura universale di lotta alla povertà, come il Reddito di cittadinanza; fissare un tetto alle bollette e un piano per l’autonomia energetica fondato sulle rinnovabili.

Un corteo, quello della Cgil, poco gradito da Giorgia Meloni che prima della manifestazione, in un post su Instagram, è intervenuta definendo “paradossale che la sinistra vada in piazza contro il mio esecutivo che non c’è”. “Comprendo la voglia di protestare dopo anni di esecutivi inconcludenti che ci hanno condotto nell’attuale disastrosa situazione- scrive la leader di Fdi –  ma il nostro obiettivo sarà restituire futuro, visione e grandezza all’Italia”.

Secca la risposta di Susanna Camusso, tra i manifestanti: “La leader di Fdi pensi a dare risposte”, ha detto l’ex segretaria generale della Cgil. A Giorgia Meloni risponde anche Andrea Orlando. “Non ha ascoltato la parola d’ordine del sindacato – dice il ministro del lavoro che ricorda come la Cgil oggi chiede “solo di proseguire un metodo che è quello che caratterizza tutte le democrazie europee, quello del dialogo sociale e del confronto col mondo del lavoro. È la ragione per cui pensa sia giusto appoggiare questa parola d’ordine”.