Migranti, nel 2023 + 50% di sbarchi in Italia. Piantedosi: “Il governo non ha centrato gli obiettivi”

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Prosegue il flusso di profughi verso le coste italiane. La Ocean Viking con 244 naufraghi è appena giunta a Bari, la Geo Barents con 336 migranti, arriverà presto a Ravenna mentre altri sessanta scenderanno dalla Open Arms attesa a Genova lunedì prossimo. Il cruscotto statistico del Viminale parla di un + 50% di sbarchi nel 2023 rispetto all’anno precedente.

Un numero ancora “troppo elevato” per stessa ammissione del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. “Il numero degli arrivi di quest’anno non coincide certo con l’obiettivo delle politiche che il governo ha avviato ma va detto che ne sarebbero arrivati ancor di più se non avessimo adottato le misure varate in questi mesi che hanno già dato risultati concreti” dice il titolare del Viminale tracciando un bilancio di fine anno sul tema degli sbarchi, oggi oltre 155 mila nel nostro paese. In un colloquio con La Stampa spiega che il risultato auspicato non è stato raggiunto ma che “poteva andare peggio”. “Basti pensare – ha aggiunto – che la collaborazione con le autorità tunisine e libiche ha consentito di bloccare molte decine di migliaia di altri arrivi, 121.883 persone, un numero non molto lontano da quello delle persone arrivate, e di arrestare centinaia di trafficanti. Oltre a questo, le iniziative che abbiamo adottato hanno fatto sì che il nostro sistema dell’accoglienza abbia retto l’urto di un afflusso straordinario che, voglio ricordarlo, è stato determinato da crisi politiche o socio-economiche avvenute in Paesi stranieri le cui cause sono state del tutto indipendenti da noi”.

Il ministro specifica poi che il Viminale è al lavoro per “concretizzare l’intesa sui Cpr con l’Albania”. E sulla libera circolazione con la Slovenia, attualmente sospesa, precisa che sono misure straordinarie e momentanee. “È interesse dell’Italia – precisa – avere facilità di scambi e di movimento con Slovenia e Croazia, due importanti partner europei con i cui rappresentanti mi incontrerò ancora una volta il 15 gennaio per condividere le modalità di una misura che durerà fin quando necessaria ma che finora non ha comportato problemi di circolazione transfrontaliera”.