Rinviati di sei mesi i bandi di gara per la Tav Torino-Lione

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Rinviati di sei mesi i bandi di gara per la Tav Torino-Lione. E Giuseppe Conte assicura: ho già scritto al presidente francese Marcon e al presidente della Commissione europea Juncker, presto li incontrerò. Ma ammette: “Ora viene il difficile, convincere Francia e Commissione Ue delle nostre buone ragioni illustrate dall’analisi costi-benefici, che indica una perdita di 7-8 miliardi per tutti e tre, non solo per l’Italia”.

Il premier ha scritto una lettera a Telt, la società italo-francese incaricata di realizzare l’opera, invitandola ad “astenersi da qualsiasi ulteriore attività” che possa “produrre ulteriori vincoli giuridici ed economici” per l’Italia riguardo ai bandi di gara.  Conte poi aggiunge: “ovviamente non vogliamo che nel frattempo si perdano i finanziamenti europei già stanziati”.

A tal proposito il vicepremier Di Maio ha aggiunto “Far rispettare il contratto di governo è innanzitutto rispetto dei soldi delle tasse che voi italiani pagate: abbiamo chiesto di non vincolare i vostri soldi a un’opera messa in discussione da un’analisi costi-benefici”. Il leader dei 5S ha poi aggiunto “dobbiamo andare avanti con grande senso di responsabilità. Io sono qui per dare tranquillità agli italiani e non dare sempre tensione”.

Il leader della Lega Salvini però afferma: “Stiamo lavorando per riaprire tutto quello che gli altri hanno bloccato per anni. Io farò di tutto perché coinvolgendo la Francia e l’Europa questa opera si faccia. Gli italiani ci chiedono di lavorare e questo faremo” E ancora Io mi rifaccio al contratto di governo che prevede una revisione dell’opera. Non sta scritto da nessuna parte la cancellazione dell’opera”.

Forza Italia intanto è pronta a dare battaglia: “Se il governo deciderà di non fare la Tav come sembra, ci sarà una straordinaria mobilitazione di Forza Italia sul territorio, raccoglieremo le firme per svolgere un referendum, perchè la maggioranza dei cittadini italiani è a favore di questa infrastruttura come di altre che il governo sta bloccando”, come ha spiegato il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani che poi ha proseguito: “Faremo di tutto perchè l’opera si realizzi, con iniziative politiche al Parlamento Ue, alla Camera e al Senato. Non fare le opere significa paralizzare l’Italia, favorire la decrescita, indebolire turismo e esportazioni”.