Suicidio assistito: Commissioni approvano il ddl, lunedì va in Aula

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

“Le Commissioni Giustizia e Affari sociali della Camera hanno approvato il ddl sul suicidio assistito, di attuazione della sentenza della Corte costituzionale del novembre 2019”. Il testo arriverà in aula lunedì 13 dicembre. Il via libera porta la firma di Pd, M5s, Italia Viva, Leu e +Europa mentre il centrodestra è compatto sul no al suicidio assistito: Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, infatti, mantengono la linea iniziale e votano contro.

Secondo quanto prevede un emendamento al ddl sui suicidio assistito approvato a larga maggioranza dalle Commissioni Giustizia e Affari sociali della Camera: “Il personale sanitario ed esercente le attività sanitarie ausiliarie non è tenuto a prendere parte alle procedure per l’assistenza alla morte volontaria medicalmente assistita disciplinate dalla presente legge quando sollevi obiezione di coscienza con preventiva dichiarazione”.

“La dichiarazione dell’obiettore si legge nell’emendamento – deve essere comunicata entro tre mesi dalla data di adozione del regolamento” di attuazione della legge, “al direttore dell’azienda sanitaria locale o dell’azienda ospedaliera, nel caso di personale dipendente”.

Nel testo approvato si legge ancora: “L’obiezione può sempre essere revocata o venire proposta anche al di fuori dei termini di cui al comma uno, ma in tale caso la dichiarazione produce effetto dopo un mese dalla sua presentazione”.

“L’ obiezione di coscienza – precisa ancora l’emendamento – esonera il personale sanitario ed esercente le attività sanitarie ausiliarie dal compimento delle procedure e delle attività specificatamente diretta al suicidio e non dall’assistenza antecedente l’intervento”.

Infine l’emendamento stabilisce: “Gli enti ospedalieri pubblici autorizzati sono tenuti in ogni caso ad assicurare l’espletamento delle procedure previste dalla presente legge. La regione ne controlla e garantisce l’attuazione”.

Un emendamento prevede che “non è punibile chiunque sia stato condannato, anche con sentenza passata in giudicato, per aver agevolato in qualsiasi modo la morte volontaria medicalmente assistita di una persona prima della entrata in vigore della presente legge, qualora al momento del fatto ricorressero i presupposti delle condizioni della presente legge e la volontà libera informata e consapevole della persona richiedente fosse stata inequivocabilmente accertata”.