“A due passi dal mare”: il libro di Luca Boglia viaggia oltre le paure


C’è chi scrive per mestiere e chi lo fa per necessità. E Luca Boglia, giovane autore nato a Thiene e residente a Schio, classe 2000, appartiene decisamente alla seconda categoria. Di giorno tecnico informatico, di notte – o forse in ogni momento libero – scrittore appassionato, Luca ha trovato nella scrittura un rifugio e una cura. Oltre che una voce per quelle sensazioni prima confuse e silenti. O forse troppo assordanti. E torna ora con A due passi dal mare.
Un’avventura letteraria la sua, che nasce a 16 anni, spinta dal primo amore e dalla voglia di dare forma ai sentimenti. Da semplici lettere a racconti, fino ai primi romanzi, il percorso è stato un incidere cauto ma inesorabile.
Nel 2023 pubblica Lontano da casa, un racconto intenso che affronta la separazione dei genitori dal punto di vista di un bambino, tratto da esperienze personali e capace di toccare corde profonde. L’opera viene selezionata come finalista al Premio 21 Racconti, con la cerimonia tenutasi a Modena nel giugno 2024: un riconoscimento che conferma il talento di Luca e la sua capacità di trasformare il vissuto in letteratura. Ma è con proprio con A due passi dal mare che Luca compie il suo vero salto.
Il romanzo nasce come un progetto introspettivo, un modo per affrontare una fobia che lo accompagna da anni: la paura di viaggiare, di allontanarsi, di “andare in lungo”, come lui stesso la definisce con ironia. Una vertigine non dell’altezza, ma della distanza.
Eppure, pagina dopo pagina, la storia prende vita, si trasforma, si apre. E non teme la strada. Una storia che parla di amore, libertà e della forza di scegliere il proprio cammino. Il protagonista, Luca, incontra Giulia, una ragazza solare e intraprendente, e insieme decidono di partire per la Sardegna. Il viaggio diventa metafora di cambiamento, occasione di crescita, terreno di sfida. Tra cavalli, ranch, paesaggi mozzafiato e momenti di profonda introspezione, Luca affronta le sue paure, si mette in gioco, scopre il significato del coraggio.
Il romanzo è intriso di realtà: dalle scene ispirate al maneggio Casa Verde Ranch di Santorso, agli allenamenti nella palestra Eracle, fino alle serate in Villa Bonin e, ancora, ai dolci weekend a Sottomarina. Ogni dettaglio è vissuto, ogni emozione è autentica. E proprio grazie alla scrittura, Luca riesce a superare i suoi limiti, visitando città come Milano, Bologna, Verona, Firenze — mete che un tempo sembravano irraggiungibili. La morale del romanzo è chiara e potente, racchiusa nelle parole di Giovanni Falcone: “L’importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa”. Luca Boglia non ha solo scritto una storia: l’ha vissuta, l’ha affrontata, l’ha trasformata in un messaggio. E oggi, con la sua penna e il suo coraggio, è pronto a scrivere ancora — e a farci emozionare.
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