Carenza di infermieri, boccata di ossigeno dal polo universitario di Schio. Bramezza: “Risorsa per i nostri ospedali”

Sono ben 294 gli studenti e le studentesse che si stanno formando presso l’ex ospedale De Lellis a Schio per diventare futuri infermieri e infermiere, ma anche (sebbene in misura minore) fisioterapisti e fisioterapiste. Un numero che conferma l’importanza del polo universitario dell’Alto Vicentino.

L’anno accademico è stato inaugurato ufficialmente oggi, 15 dicembre, nella sede completamente ristrutturata che è stata inaugurata un anno fa. Erano presenti alla cerimonia il direttore generale dell’Ulss 7 Pedemontana Carlo Bramezza e il sindaco di Schio Valter Orsi, insieme al professori Antonio Quinci, coordinatore dei corsi di laurea in Fisioterapia dell’Università degli Studi di Padova, al professor Vincenzo Baldo, presidente del corso di laurea in Infermieristica, e alla dottoressa Marilena Galeazzo, direttrice dell’Unità Operativa Complessa “Direzione delle Professioni Sanitarie”.

100 posti all’anno per chi sceglie la professione infermieristica
Più in dettaglio, il corso di laurea in Infermieristica prevede 100 posti rispetto ai 78 degli anni precedenti, mentre il totale degli iscritti ai tre anni è pari a 220. Tra gli attuali 92 immatricolati, la percentuale residente nel territorio dell’Ulss 7 Pedemontana è del 75%, mentre il restante 20% proviene da altre zone della provincia di Vicenza. Con il nuovo anno accademico l’attività didattica è ripresa completamente in presenza.
Per quel che riguarda invece il corso di Laurea in Fisioterapia, i posti a disposizione al primo anno sono 27. Complessivamente gli iscritti nei tre anni sono 74 e fra questi 25 risiedono nel territorio dell’Ulss 7, 14 nella provincia di Vicenza, 34 in altre province venete e 2 provengono da fuori regione.
Per entrambi i corsi di laurea, il piano di studi prevede una forte integrazione con gli ospedali del territorio.

Per Infermieristica sono previste ben 1.800 ore di tirocinio complessive nell’arco dei tre anni (480 al primo anno, 600 al secondo e 720 al terzo), organizzati presso gli ospedali di Santorso, ma anche Bassano e Asiago, nonché presso di servizi territoriali dei Distretti 1 e 2 e presso le strutture residenziali per anziani e non autosufficienti.
Per il corso di laurea in Fisioterapia le ore di tirocinio previste sono 1.500: 300 al primo e al secondo anno, 900 al terzo. Il tirocinio viene svolto primariamente presso gli ospedali di Santorso, Bassano e Asiago e presso gli ambulatori di Thiene, Marostica e il Centro Studi di Villa Miari a Santorso.

“Un valore aggiunto per i nostri ospedali”
Proprio sull’importanza di questo collegamento con gli ospedali del territorio richiama l’attenzione il direttore generale Carlo Bramezza: «È evidente che avere nell’Alto Vicentino un polo universitario di qualità dedicato alle professioni sanitarie rappresenta anche un grande valore aggiunto per i nostri ospedali, che ci consente di guardare con un po’ di tranquillità in più alle necessità future di turn over per quanto riguarda le figure professionali in uscita da questi corsi di laurea. Gli studenti infatti già durante gli anni di studio, attraverso i tirocini, hanno l’opportunità di fare esperienza nei nostri ospedali e servizi territoriali, conoscerne le potenzialità e farsi apprezzare, ma anche di appassionarsi alla nostra sanità, perché le professioni sanitarie richiedono competenza, impegno e spirito etico, ma anche attaccamento al luogo di lavoro. In questo modo sarà più facile, dopo la laurea, che accolgano le opportunità di lavoro nei nostri reparti e servizi territoriali. Parallelamente, il fatto che svolgano il tirocinio sotto la supervisione dei nostri professionisti rappresenta anche per l’azienda un’importante garanzia circa le competenze e l’attitudine di quanti, dopo il diploma di laurea, sceglieranno di iniziare la loro carriera all’interno della nostra azienda».

Il premio
In occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico si è tenuta anche la cerimonia di consegna del premio (giunto quest’anno alla sesta edizione) messo in palio dall’Associazione Amici del Cuore – Alto Vicentino per le tesi di laurea realizzate dagli studenti del polo universitario dell’Alto Vicentino che hanno per argomento le patologie cardiache o la riabilitazione cardiologica. Quest’anno il riconoscimento – che è intitolato alla memoria della signora Imelda Cavion Zanella, per molti anni sostenitrice dell’Associazione – è stato assegnato alle studentesse Giada Bidese, che si è laureata con una tesi su “Nuovi protocolli per la gestione in Day Surgery dei pazienti candidati a sostituzione di device cardiaco”, e Svitlana Shakhray, autrice di una tesi su “Il ruolo dell’infermiere nelle transizioni di cura dall’ospedale al domicilio nel paziente con insufficienza cardiaca”; i premi sono stati consegnati da Adriano Pastore, presidente dell’Associazione.