Il lavoro c’è, mancano le mani. Arriva Faber Lab: “Sarà il ponte fra domanda e offerta”

In un territorio dove un’impresa su due fatica a trovare i profili di cui ha bisogno e dove, secondo le stime Cgia Mestre e Istat, entro il 2030 la provincia di Vicenza perderà oltre 20mila lavoratori in età attiva, nasce a Schio un progetto ambizioso che punta a invertire la rotta.

Si chiama Faber Lab Altovicentino ed è stato presentato ieri sera al Faber Box davanti a una platea gremita di imprenditori. Si tratta di una scuola-laboratorio intensiva, frutto di un’alleanza pubblico-privata, che mira a formare in pochi mesi figure tecniche realmente pronte per il lavoro, costruite su misura delle esigenze espresse dalle aziende del territorio. Il progetto prende ispirazione dall’esperienza decennale dell’Innovation Farm di Fornovo, in Emilia Romagna, e nasce dalla collaborazione tra il Comune di Schio, il Distretto Scienza Tecnologia, le principali associazioni di categoria locali (CNA Veneto Ovest, Confartigianato Imprese Vicenza, Confindustria Vicenza, Confprofessioni, Confcommercio, Confimi Apindustria), l’agenzia per il lavoro Manpower e l’ITS Academy Meccatronico Veneto.

“L’Alto Vicentino è il secondo distretto industriale del Veneto e uno dei motori produttivi più dinamici del Paese – ha dichiarato il sindaco di Schio, Cristina Marigo – ma un distretto rimane tale solo se è capace di rinnovarsi, di attrarre talenti e di offrire alle imprese le competenze di cui hanno bisogno. Faber Lab Altovicentino è un progetto innovativo che ha le carte in regola per rispondere a tutte queste istanze. Come amministrazione comunale crediamo in questo percorso che punta a mantenere Schio e il territorio esteso come polo industriale competitivo, innovativo e attrattivo. Per farlo dobbiamo mettere al centro la formazione e un lavoro di squadra che unisce pubblico e privato e che dà ai giovani una reale opportunità di futuro e ai meno giovani un’occasione per riqualificarsi”.

A sottolineare il percorso che ha portato alla nascita del progetto è stata anche Barbara Corzato, vicesindaco e assessore allo Sviluppo economico e Innovazione: “Lo spunto è nato da Innovation Farm, colto già dall’amministrazione Orsi, ed è frutto di un lavoro di ascolto e confronto che parte da lontano. L’innovazione non è solo tecnologia, ma anche capacità di leggere il territorio e rispondere ai bisogni reali delle imprese. Il nostro desiderio è iniziare con un primo corso pilota, che speriamo sia il primo tassello di un percorso duraturo calibrato e cucito sul nostro mondo produttivo. Il Faber Lab Altovicentino non è solo un progetto di formazione: è un atto di fiducia nel futuro del nostro territorio”.

I dati confermano l’urgenza: in Veneto per ogni 100 giovani lavoratori ci sono 135 over 55 (erano 39 nel 2005), mentre gli under 30 nell’artigianato sono in calo del 9,5%. Le figure più richieste sono operai metalmeccanici, elettromeccanici, cuochi, camerieri, operai specializzati nell’alimentare, con l’operatore CNC tra le professionalità più difficili da reperire: “Trovare personale qualificato è diventato una delle sfide più urgenti per la competitività del territorio – ha spiegato Luca Fabrello, portavoce del Distretto Scienza Tecnologia –. Non è una questione passeggera, ma una trasformazione strutturale che tocca l’intero sistema economico e sociale. Il calo demografico, percorsi di studio non sempre allineati alle esigenze produttive e una crescente distanza tra scuola e impresa stanno creando un divario che rischia di diventare irreversibile. Non possiamo più aspettare ed è necessario agire per indirizzare il nostro futuro. Buona parte della risposta può risiedere in un progetto lungimirante come il Faber Lab Altovicentino”.

A illustrare il funzionamento del progetto è stata Anna Gionfriddo, amministratrice delegata di Manpower Italia: “Dieci anni fa, insieme agli attori territoriali della Motor Valley in Emilia, abbiamo creato un modello che oggi è un punto di riferimento nazionale. L’Innovation Farm di Fornovo ha dimostrato che quando pubblico e privato lavorano insieme, con una visione condivisa, si riescono a generare competenze nuove e a trasformarle in valore per le imprese. Portare quell’esperienza nell’Alto Vicentino consente di mettere a disposizione un know-how prezioso, adattandolo alle specificità di questo distretto”.

Il Faber Lab si distingue per la sua struttura operativa: reclutamento nazionale, formazione specialistica e inserimento diretto in azienda, con il supporto del Fondo Forma.Temp. La selezione dei candidati avviene su scala nazionale, con un processo multilivello che valuta motivazione, attitudine e potenziale tecnico. I candidati selezionati vengono assunti da Manpower fin dal primo giorno di corso, con un’indennità economica che copre vitto, alloggio e trasferimento. Le lezioni, 240 ore tra teoria e pratica, si svolgeranno al Faber Box di Schio con docenti ITS, formatori Manpower e tecnici aziendali. Per chi arriva da fuori regione, il Comune metterà a disposizione alloggi nel complesso della chiesa di San Francesco.

Al termine del corso, i partecipanti entreranno direttamente nelle aziende aderenti con un contratto di somministrazione di 12 mesi e un tutor aziendale, oltre a 160 ore di formazione on the job. “Con l’Academy creiamo percorsi che combinano selezione, formazione tecnica e sviluppo delle competenze trasversali – ha spiegato Sara Pedrazzoli, Academy Manager di Manpower –. Sono percorsi intensivi, costruiti su misura insieme alle imprese. Ed è proprio questo il valore aggiunto: nessuno di questi profili viene formato a caso. Ogni competenza è disegnata sulle richieste delle aziende, che diventano parte attiva del processo”.

Un concetto ribadito anche da Silvia Marta, presidente del Raggruppamento Alto Vicentino di Confindustria Vicenza: “Le aziende di questa area produttiva chiedono da tempo una risposta concreta al tema del reperimento del personale. Il Faber Lab Altovicentino va esattamente in questa direzione: offre una soluzione strutturale, non episodica, che nasce dall’ascolto delle imprese e dalla capacità di trasformare un bisogno in un progetto condiviso”.

A chiudere, Giorgio Spanevello, direttore ITS Meccatronico Veneto: “Questo progetto costruisce un ponte stabile tra scuola e lavoro, pensato per non sovrapporsi alle offerte formative già esistenti. Possono partecipare giovani e meno giovani che necessitino di quella formazione tecnica oggi fondamentale per affrontare la transizione che accomuna tutti i settori produttivi. È un percorso impegnativo, certo, ma è proprio questo il suo valore: mettere in rete istituzioni, imprese, enti formativi e mondo del lavoro, creando un ecosistema capace di intercettare le sfide dei prossimi anni”. Il primo corso partirà a febbraio 2026 e formerà operatori CNC, una delle figure più strategiche per il futuro industriale dell’Alto Vicentino.

L’Eco Vicentino è su Whatsapp e Telegram.
Iscriviti ai nostri canali per rimanere aggiornato in tempo reale.
Per iscriverti al canale Whatsapp clicca qui.
Per iscriverti al canale Telegram clicca qui.