“Il vax uccide”. Cancellata la scritta al centro vaccini. Orsi: “sono schifato, no vandalismi”

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Che si scriva “sì vax” oppure “no vax” o qualsiasi frase, simbolo o disegno non autorizzati si tratta comunque di un atto vandalico, del deturpamento di un bene pubblico, e quindi di un gesto passibile di denuncia. Nel caso d’attualità, a venire preso di mira è stato l’esterno dell’ex Lanificio Conte, adibito dalla primavera 2021 a padiglione per la campagna di vaccinazione dall’Ulss 7 Pedemontana in accordo con il Comune.

Lo mette in chiaro e “nero su bianco” il sindaco di Schio, Valter Orsi che, a seguito della comparsa al centro vaccinale scledense – nel corso della notte – di un testo composto con tre parole verniciate a spray rosso, ha espresso il proprio disappunto attraverso una nota alla stampa.

La scritta “il vax uccide” è stata già cancellata nella prima mattinata di martedì, dopo la segnalazione giunta in Municipio nelle prime ore di luce odierne. Lo stesso primo cittadino, a nome della giunta comunale, lancia un appello a quei cittadini che possano aver notato qualcosa a partire dalla tarda serata di ieri. Scontata la denuncia nei confronti di ignoti, con le forze dell’ordine già incaricate di risalire ai responsabili attraverso le indagini che si avvalgono di filmati video ed eventuali testimonianze.

Già ripulita la parete dello Spazio Shed in via Pasubio a ridosso del centro di Schio. “Questa notte si è verificato un atto vandalico ripudiante. Le pareti esterne del Lanificio Conte, dove ha sede il centro vaccinale, sono state imbrattate da scritte e simboli dichiaratamente no vax. Questo vandalismo su patrimonio pubblico è penalmente condannabile e non mancheremo di procedere con l’iter previsto dalla legge – rincara Orsi – e al momento la polizia locale sta visionando le telecamere di videosorveglianza per cercare di individuare il colpevole o i colpevoli. Se qualche cittadino ha visto o sentito qualcosa si rivolga subito alle forze dell’ordine. Ho sempre voluto che a Schio la libertà di pensiero ed espressione fosse un valore intoccabile, ma solo all’interno delle possibilità previste dalle norme. Sono schifato da questo modo di agire”.