La città da l’addio a Vittorino Parise, l’architetto che sognava il futuro

Si è spento giovedì sera, all’età di 81 anni, l’architetto Vittorino Parise, figura che a Schio non ha lasciato soltanto progetti e cantieri, ma un modo di intendere la vita e la città. Iscritto all’albo dal 1980, Parise ha saputo coniugare la concretezza del mestiere con la capacità di immaginare soluzioni visionarie, sempre animate dalla fiducia nel cambiamento e nella forza dell’ingegno umano.

La sua esistenza è stata segnata da un amore profondo – oltre che per la moglie Anna – per l’architettura, disciplina che ha praticato con rigore e immaginazione. Iscritto all’albo dal 1980, ha diretto strutture complesse come gli ospedali di Schio e Thiene, quello di Trieste e lo Zooprofilattico di Padova. Ma accanto alla concretezza dei cantieri, Parise ha saputo guardare oltre, immaginando soluzioni futuristiche per il territorio: una stazione ferroviaria interrata per eliminare i passaggi a livello, una viabilità alternativa per la Valdastico nord, visioni che raccontano la sua fiducia nel cambiamento e nella capacità dell’ingegno umano di migliorare la vita di tutti.

Chi lo ha conosciuto lo ricorda come un uomo radicato nel centro cittadino, vicino ai Salesiani, sempre pronto a condividere un momento di convivialità con i suoi affetti. La moto era la sua compagna di avventure: negli anni Ottanta affrontò il deserto insieme a Franco Picco, e da allora compì venticinque viaggi, l’ultimo due anni fa, quando con la figlia Chiara dormì sotto le stelle del deserto bianco. Anche durante la malattia non rinunciava a girare in moto per il centro, segno di una vitalità che non si è mai spenta. La politica lo vide protagonista come consigliere comunale tra il 1975 e il 1985, anni in cui non esitò a esprimere posizioni autonome e talvolta controcorrente, come la sua contrarietà alla costruzione del nuovo ospedale di Santorso. Era convinto che fosse necessario tutelare ciò che già funzionava, e portava nel dibattito pubblico la stessa indipendenza che caratterizzava il suo lavoro.

E prima di andarsene, ha lasciato alla figlia – assessore al bilancio in città – le sue ultime memorie da sistemare, quasi un testimone silenzioso del suo amore per l’architettura e per la città. Schio oggi lo saluta con rispetto e gratitudine, consapevole di aver perso non solo un professionista di valore, ma un uomo che ha saputo vivere con coraggio e intensità. Il funerale sarà celebrato lunedì alle 11 nella chiesa parrocchiale della Santissima Trinità.

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