Morto sul lavoro nel tunnel della Spv: un milione alla famiglia della prima vittima

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Un'immagine del primo tratto aperto finora al pubblico della Spv

A 3 anni e 3 mesi dalla morte dell’operaio edile siciliano perito nel cantiere di S. Tomio di Malo della Superstrada Pedemontana Veneta, arriva sul fronte civile il risarcimento alla famiglia del compianto Sebastiano La Ganga. Alla moglie e ai figli dell’uomo, morto a 54 anni il 19 aprile 2016 in seguito all’incidente sul posto di lavoro, andranno circa un milione euro da parte della società assicuratrice, per conto del consorzio Sis. Sul fronte penale, invece, permane lo stallo: le responsabilità del distaccamento di un masso all’interno del tunnel Malo-Castelgomberto, che travolse il mezzo meccanico guidato dal dipendente, ad oggi rimangono da accertare.

A riportare la notizia dell’avvenuto risarcimento è il numero odierno del Giornale di Vicenza. Alla tragica morte di La Ganga seguirono le rilevazioni e le indagini della magistratura, e il primo dei sequestri del cantiere nell’area della galleria a ovest del tracciato di 95 chilometri della Spv. Crolli di pareti e apertura di voragini funestano il tracciato nell’area maladense e sul lato di Castelgomberto, affiancando la pagina più nera in corrispondenza dell’incidente mortale che in questi giorni ha concluso solo l’iter sul piano civile, con il risarcimento milionario. Dei primi di luglio la notizia recente di un nuovo blocco, il terzo in ordine temporale riguardante il tunnel, a causa di una possibile frode determinata dall’utilizzo di materiali scadenti da parte di un’impresa subappaltatrice.

Sebastiano La Ganga, che si era trasferito con i propri cari a Cornedo, è stato la prima delle due vittime di incidenti sul lavoro nel tratto vicentino della superstrada. Lo scorso 24 gennaio 2019 morì anche un altro lavoratore, Gianfranco Caracciolo, nei pressi di Mason, per una probabile folgorazione. Due croci simboliche, due vite spezzate nel compimento del loro dovere quotidiano.