Alberto Ferretto e il progetto “Vulnerabile”: dal pestaggio alla rinascita grazie alla corsa

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Alberto Ferretto non è solo un appassionato sportivo. È anche l’autore di un libro, “Vulnerabile”, nato in seguito all’esperienza della violenta aggressione che l’ha segnato nel fisico e nello spirito. Di tutto questo Alberto ha parlato con Mariagrazia Bonollo e Gianni Manuel ai microfoni della rubrica di Radio Eco VicentinoParlami di Te“.

Maranese, Alberto si forma nell’ambito delle arti visive. Il bagaglio di competenze così acquisito lo porta a lavorare come fotografo prima presso Fabrica, il centro di ricerca della Benetton di Villorba, per poi passare ad esercitare la libera professione. La passione per la corsa è nata nel 2012, dopo un passato da calciatore: “Amavo andare a camminare in montagna e ho deciso di partecipare ad una gara storica che adesso non viene più organizzata, la ‘Superpippo’. L’avventura non è stata piacevole, perché ho dovuto affrontare alcuni problemi tecnici. Però da quel momento ho proseguito, continuando ad allenarmi aggiungendo chilometri su chilometri”.
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La notte fra il 31 ottobre e primo novembre del 2018 rappresenta per Alberto un punto, drammatico, di svolta: “Uscendo da un locale di Marano, era la sera di Halloween, ho incontrato un gruppo di ragazzi che mi hanno aggredito senza alcun motivo. Sono finito in ospedale con una commozione cerebrale, botte dappertutto e sei denti in meno in bocca per un calcio che se mi avesse colpito due centimetri più su mi avrebbe lasciato a terra senza vita, come mi hanno detto i medici. Risultato: una prognosi di 40 giorni. Dopo qualche settimana mi sono fatto scattare da un mio amico fotografo una foto che ho pubblicato sui social come atto di denuncia. In quel periodo a Schio stavano accadendo molti episodi simili. La foto ha fatto il giro d’Italia e migliaia di persone mi hanno scritto, ringraziandomi per il coraggio che avevo avuto. In quel momento mi sono reso conto che molte persone, a differenza mia, ancora non riuscivano a superare i loro traumi“.

L’aggressione subita ha pertanto convinto Alberto ad avviare un progetto il cui nome,  “Vulnerabile”, è divenuto un libro dove sono raccolte tredici testimonianze, compresa la sua, di persone che sono passate attraverso quelli che vengono definiti “tonfi acuti“: “Questo progetto è nato dalla volontà di riunire persone da tutta Italia accomunate da un trauma, di qualunque tipo, dal quale sono poi rinate grazie alla corsa. Un progetto mai concluso, di storie avrei potuto raccontarne molte altre, perché in questi cinque anni ho incontrato molte altre vittime di traumi. Questo libro vuole ispirare le persone a reagire per superare i loro momenti di vulnerabilità”.

Tra le varie storie raccontate nel libro c’è quella di Andrea Lanfri: “È un ragazzo che è passato attraverso una meningite fulminante ed è rinato a sua volta grazie alla sua passione. Le protesi in carbonio gli hanno permesso di tornare a correre, consentendogli di vincere molte medaglie. Il suo è un grande esempio. Per scrivere questo libro ho girato l’Italia perché volevo trovare un ventaglio quanto più ampio possibile di testimonianze. Quello che unisce tutte queste persone è l’aver trovato uno sport o comunque qualcosa che abbia forgiato il loro carattere, la loro volontà di riscatto”.

La scelta del termine “vulnerabile” per il titolo del libro non è casuale: “Ho scelto questo titolo perché siamo tutti vulnerabili. Anche chi si sente un supereroe lo è. Fin da piccoli veniamo cresciuti con il mito dei supereroi. Ma poi ci rendiamo conto che la vita non è lineare, spesso non va come vogliamo. Anzi, sa colpirci in modo molto forte. Dobbiamo essere consapevoli della nostra fragilità. In modo da convincerci, qualora accada un trauma, di poter e di dover reagire”. E’ pssibile contattare Alberto Ferretto via Facebook e Instagram.

Gabriele Silvestri