Negoziante derubata forse sotto ipnosi. Via denaro, merce e gioielli per 10 mila euro

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Il negozio del centro di Schio preso di mira

Forse ipnotizzata o forse e soprattutto inconsapevolmente rimasta sotto l’effetto di una qualche sostanza narcotica. Ne è convita Roberta Tresso, una donna scledense titolare del negozio di abbigliamento Mood di Roberta che si trova proprio a Schio in via Capitano Sella, di fronte a piazza Almerico Da Schio. Vittima di un furto di gioielli, denaro e altra merce venerdì in tarda mattinata.

A sorprendere e insieme far rabbrividire, le modalità con cui una donna, probabilmente con la complicità di un uomo all’esterno, ha raggirato la commerciante. Anche se le circostanze non sono ancora chiarissime, al vaglio dei Carabinieri di Schio che hanno attivato le indagini dopo la denuncia, pare che l’altro giorno la negoziante sia stata spinta verso una sorta di stato confusionale da quella che fin da subito le si era palesata non come una cliente, ma come una venditrice “porta a porta”.

Che l’avrebbe o ipnotizzata utilizzando dei faretti alogeni, oppure – ma è anche questa solo un’ipotesi – narcotizzata in qualche modo, utilizzando uno spray spruzzato a sua insaputa quando l’ha abbracciata a ripetizione. Sfilandole nel contempo, con destrezza, una collana ed altri gioielli di valore. Dopo aver stordito la titolare, poi, la malvivente ha arraffato le banconote presenti nella cassa e dei capi d’abbigliamento di pregio, per poi dileguarsi con un bottino in valori che, da una prima quantificazione sommaria, sfiora i 10 mila euro.

Il tutto portato a termine mentre la malcapitata esercente si trovava in una stato che lei stessa fatica a definire, tanto da essersi accorta degli ammanchi solo a distanza di una decina di minuti, dopo l’ingressi nel negozio di una (vera) cliente. Una volta ripresasi e tornata nel pieno della lucidità, Roberta Tresso si è resa conto di quanto accaduto e si è recata dal centro storico alla caserma dell’Arma di Schio per la denuncia. Cercando di raccontare come meglio potesse quanto le era toccato.

Il “gancio”, questo lo ricorda bene, era consistito nel tentativo di venderle delle lampadine sottopensili contenute in una scatola, in pratica dei piccoli faretti da armadio. Rimane ora da capire e da appurare se il “gioco di luci” possa aver in qualche modo provocato un effetto estraniante nella donna finita nel mirino dell’astuta ladra e di eventuali complici entrati in scena nel momento di “défaillance” , o se ci sia stato altro. Oltre che cercare di identificarla e fermarla. La stessa Tresso, ieri, postando una sua intervista, ha messo in guardia altri colleghi commercianti.