Polemica sul Centro antiviolenza. Coalizione: “Tagli vergognosi”. Marigo: “Siete disinformati”

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Il centro antiviolenza di Schio è in declino? Lo teme Coalizione Civica Schio, dopo la notizia che vedrebbe ridurre le psicologhe con un incombente pericolo di esternalizzazione del servizio fiore all’occhiello del territorio e punto di riferimento anche oltre i confini della provincia berica. Di qui l’interrogazione a Cristina Marigo, referente per il sociale ed in pista come candidata sindaco per il dopo Orsi che invece smentisce i consiglieri di minoranza Carlo Cunegato e Giorgio de Zen, bollando come “inutili allarmismi a danno delle donne che del centro hanno bisogno” i loro interventi.

La denuncia di Coalizione Civica. “In questi 10 anni di governo del sociale della candidata Marigo non sono nati servizi nuovi. Spesso, come con gli anziani, se non riesci a comprendere i nuovi bisogni e crei servizi, non stai fermo, ma vai indietro, perché lasci i cittadini senza risposta.

Ci siamo tutti giustamente indignati per la morte di Giulia Cecchettin e ci impegniamo quotidianamente nelle battaglie contro la violenza sulle donne. Le istituzioni e i nostri Comuni non possono tradire questo impegno. Siamo infatti molto preoccupati per il Centro antiviolenza, vera e propria eccellenza della città. Creato dalla assessora del centrosinistra Emilia Laugelli, è uno dei due centri antiviolenza, con Venezia, gestito da un ente pubblico in tutta la regione.

Non possiamo quindi indignarci e poi accettare dei tagli a questi servizi fondamentali per le donne che subiscono violenza. Abbiamo saputo che una delle due psicologhe del servizio ha subito una trasformazione del contratto, assumendo il ruolo di amministrativa. Questo è di per sé molto grave. Questo significa che il servizio del Centro è stato depotenziato, con il passaggio da due ad una psicologa soltanto. Questo avviene, nonostante le richieste di aiuto siano centinaia ogni anno. Inaccettabile e vergognoso.

Tuttavia, la nostra preoccupazione nasce anche dal fatto che il comune ha pubblicato una manifestazione di interesse per una co-progettazione con il terzo settore. Il tavolo di co-progettazione è di solito il presupposto dell’affidamento al terzo settore. Questo significa che il servizio non sarà più gestito dal comune per risparmiare risorse: crediamo che in queste cose un comune serio non debba fare economia. Il comune da anni non investe più in questo servizio ed esternalizzare significa rendere sterili le figure interne”.

La replica di Marigo. “Quanto scritto nell’interrogazione orale proposta dai consiglieri di Coalizione Civica denota quanto poco abbiamo ascoltato quanto da me riportato nelle ultime sedute del consiglio comunale sul tema.

Il centro antiviolenza ha sempre mantenuto e mantiene tutt’oggi la sua connotazione pubblica e il personale assegnato all’ufficio non ha mai avuto trasformazioni del contratto di lavoro e nessuna delle operatrici ha il profilo amministrativo. Contrariamente a quanto indicato nell’interrogazione negli ultimi anni è stata inserita un’ulteriore figura, con profilo educativo.

Con l’intesa Stato Regioni del 2022 gli Enti pubblici sono invitati a favorire al ricorso degli istituti previsti dal Codice del terzo settore della co-programmazione e co-progettazione. Il solo rispetto dei requisiti dà la possibilità ad accedere ai finanziamenti statali e regionali, ma soprattutto a mantenere il Centro Antiviolenza a servizio delle donne.

L’Amministrazione proprio per tale ragione e nel continuare a dare impulso alle azioni per la creazione di sinergie tra le Istituzioni pubbliche e tra pubblico e privato sociale, nella consapevolezza che occorre fornire risposte a bisogni molto particolareggiati, ha attivato un tavolo di co-programmazione finalizzato alla lettura condivisa e partecipata delle esigenze e dei bisogni della comunità.

La lettura del tema da parte dei consiglieri Cunegato e De Zen è ferma alla storia della nascita dello sportello donna e non tiene conto dell’evoluzione generale. Il Comune non ha pubblicato alcuna manifestazione d’interesse per una co-progettazione, forse confusa con la co-programmazione: co-programmazione che si è appena conclusa e il cui risultato condiviso sarà portato in Esecutivo dei Sindaci per delineare gli interventi futuri”.