Corteo per la sanità pubblica: l’Ulss 7 nega gli spazi. Comitato sul piede di guerra

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L'arrivo del corteo a difesa della sanità pubblica (novembre 2019)

La direzione dell’Ulss 7 Pedemontana ha negato oggi al Comitato organizzatore della manifestazione per la difesa della sanità pubblica nell’Alto Vicentino, che si svolgerà il 16 ottobre prossimo, lo spazio del parcheggio dove concludere il corteo. Un “no” senza alcuna spiegazione: “Inaccettabile negare il diritto al dissenso!” ha denunciato il Comitato per la difesa della sanità pubblica nell’Alto Vicentino, che sta promuovendo il corteo che fa seguito a quello di due anni fa.

A denunciarlo è il gruppo stesso in una nota. “Anche questa volta, come due anni fa, abbiamo ottenuto il permesso dalla questura e dalla polizia locale per la marcia, che il 16 Ottobre partirà dal palazzetto dello sport di Schio e avrebbe dovuto arrivare a Santorso. Oggi invece la Direzione dell’Ulss ci ha negato l’autorizzazione, tra l’altro, senza darci alcuna motivazione. Quindi, paradossalmente, possiamo partire da Schio, ma non potremo entrare nel parcheggio dell’ospedale” spiega il comitato nel comunito diffuso nel tardo pomeriggio.

“Durante la grande manifestazione del 2019 – aggiungono gli organizzatori – migliaia di persone hanno marciato insieme per difendere la sanità pubblica, dal palazzetto della Campagnola fino all’ospedale di Santorso. Di fronte all’ospedale ci furono gli interventi del Comitato, dei sindacati, delle cooperative e delle associazioni. E’ piuttosto evidente che una manifestazione che condanna il declino della sanità pubblica, si concluda simbolicamente di fronte all’ospedale. Allora il Direttore generale Simoni ci diede l’autorizzazione. Non ci fu alcun problema, nessun imprevisto, nessuna inefficienza. L’Ulss infatti non si lamentò, né prima, né dopo. Anche perché, oggi come allora, l’area richiesta è lontana dal Pronto Soccorso e non ostacola alcun passaggio”.

La manifestazione per la sanità pubblica nell’Alto vicentino del 16 novembre 2019

“Una cosa del genere non era mai capitata nel nostro territorio! Da sempre animato da una cittadinanza attiva e dinamica, attenta e partecipe. Nessuno – sottolinea la nota diffusa ai media – si era permesso di negare il diritto inalienabile di manifestare il proprio dissenso. Come è possibile che ci venga negata la possibilità di accedere all’area di un ospedale che è pubblico, che è della comunità? Abbiamo varcato ogni limite. Non abbiamo nessuna intenzione di fermarci. Non solo stanno smantellando la sanità pubblica, ma si permettono anche di impedirci di scendere in piazza. Non lo accetteremo: da qui a sabato 16 faremo di tutto perché il diritto di una comunità di rivendicare una sanità pubblica di qualità non riconosciuto!”.

Sono più di 70 le realtà che hanno già aderito alla manifestazione del 16 ottobre, tra sindacati, associazioni, cooperative, altri comitati per la sanità pubblica e partiti. Intanto, fra corridoi del nosocomio dell’Alto Vicentino si sussurra  che sarebbero molti i dipendenti ed ex dipendenti pronti a scendere in piazza a fianco dei cittadini per evidenziare il progressivo impoverimento che la sanità pubblica sta subendo in questo territorio: è notizia di questi giorni che per dinamiche interne due urologi hanno dato le dimissioni, facendo così scendere ai minimi termini anche questa specialità presente nell’ospedale dell’Alto Vicentino. Anche l’apertura di venti posti letto di unità riabilitativa territoriale a Marostica, inaugurati ieri, avrebbero qualche criticità, dato che l’Ulss avrebbe chiesto a operatori sanitari del Distretto 2 (Alto Vicentino) di andare a prestare servizio nella nuova struttura, che però è punto di riferimento per il Distretto 1 (Altopiano e Bassanese).