Esplorare il Vicentino – Grotta Bocca Lorenza a Santorso

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Foto speleoschioggs.altervista.org/grotte/bocca-lorenza/

Lorenza era ammaliata da quell’antro buio che si apriva a mezza costa sul monte. La gente ne parlava quasi con timore, nessuno si sognava di varcare quella soglia. Ma Lorenza voleva sapere, scoprire, esplorare.

Un giorno si fece coraggio e con una torcia si addentrò nella grotta buia. Subito la accolse un mondo nuovo, silenzioso, che le trasmetteva pace. C’erano gocce d’acqua che brillavano alle luce e ogni tanto cadevano bagnando la terra; bianche concrezioni ornavano le pareti; qualche piccolo animaletto si nascondeva tra le fessure della grotta. Lorenza trovò un passaggio e vi si infilò dentro: di là incontrò un bel ragazzo dagli occhi buoni, il Re degli Abissi. Lui le tese la mano, la fece regina di quel mondo sotterraneo. E così si incamminarono per mano tra saloni meravigliosi e gallerie ornate da gemme, mentre gli uomini all’esterno, con la scomparsa di Lorenza, ebbero una ragione in più per aver paura della grotta.*

Questa è una leggenda nata attorno alla Grotta Bocca Lorenza, che si apre sulle pendici del Monte Summano in comune di Santorso.

Si tratta di una cavità di facile accesso anche per chi non è pratico dell’ambiente ipogeo, con uno sviluppo di 220m e una profondità di 36m. Riveste particolare interesse in quanto al suo interno fin dai primi anni del Novecento sono stati effettuati degli scavi che hanno portato alla luce reperti risalenti prevalentemente ad epoche preistoriche.

In particolare sono stati trovati frammenti di vasi di uso domestico quali ceramiche che possono far supporre un uso come ricovero temporaneo durante il tardo Neolitico, l’età del bronzo, fino al Medioevo e l’età moderna. Altri reperti più interessanti sono le asce in rame, strumenti in selce, ornamenti vari quali denti di animali forati, schegge di osso, conchiglie forate che fanno pensare ad un uso della grotta come cavità sepolcrale.

Oggi la grotta è visitabile sia con visite guidate che liberamente. Nei punti più pericolosi sono state poste delle funi come corrimani. È importante sottolineare che sebbene non ci siano grosse difficoltà, si deve porre attenzione nel momento in cui ci si addentra al suo interno per il rischio di scivolare o perdersi. La Bocca Lorenza si raggiunge facilmente dal centro di Santorso attraverso il sentiero 458 della Val Grossa in circa mezz’ora; è presente una buona segnaletica dove viene indicata anche la grotta.

L’ingresso, molto ampio, si apre vicino una radura attrezzata con panchine. Appena varcata la soglia si percepisce subito il cambio di temperatura e umidità tra esterno e interno. Infatti la grotta ha una temperatura costante di circa 13 gradi. Gli ambienti interni si sviluppano tutti su un piano inclinato discendente. Si trova subito una prima sala nei pressi dell’ingresso. Qui si può decidere se andare a sinistra per una breve rampa ascendente che porta a piccoli vani che chiudono presto, oppure di scendere a destra con l’aiuto di alcune funi metalliche. Si trova ben presto la seconda sala, molto alta e ricca di grandi blocchi di roccia originati dal crollo del soffitto. Qui si ha un piacevole spettacolo quando si illuminano le pareti: queste ultime, ricchi di goccioline d’acqua, riflettono la luce e sembra quasi di guardare un cielo stellato.

Scendendo ancora tra i blocchi rocciosi e infilandosi in una fessura si perviene alla terza sala che presenta un evidente masso inclinato al centro. Stando in silenzio, si può sentire un torrentello che scorre sotto il pavimento. Da qui si diparte un certo numero di cunicoli e uno di questi permette di scendere fino a dove scorre l’acqua.

Per tornare all’ingresso si segue la stessa via dell’andata. Nella grotta sono presenti alcune frecce di colore rosso e arancione che aiutano a trovare la giusta strada da percorrere.

*tratto e rielaborato da http://speleoschioggs.altervista.org/grotte/bocca-lorenza/