La tensione al pronto soccorso cresce con il caldo: i pazienti chiamano i carabinieri

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L'ingresso del pronto soccorso all'ospedale di Santorso

I pazienti si “spazientiscono” per l’attesa infinita. E chiamano i carabinieri. E’ accaduto l’altra sera al pronto soccorso dell’ospedale Alto Vicentino di Santorso, dove la conclamata situazione di emergenza – un solo medico di reparto operativo durante tra la serata e la notte, due nel turno diurno – si è acuita fino a far saltare i nervi ad alcuni “ospiti” in accoglienza del triage. Qualcuno di loro, addirittura ,si sarebbe rivolto ad altre strutture ospedaliere trovandosi in una ressa da concerto, anzichè in un polo sanitario pronto ad accogliere – d’urgenza – i cittadini bisognosi di cure. A giungere nella sala d’attesa una pattuglia di carabinieri. Non avrebbero raccolto denunce, ma si sono adoperat per riportare la calma tra le decine di malati esasperati e accompagnatori adirati.

Una situazione di forte disagio bene nota all’azienda Ulss 7 Pedemontana, aggravatasi con l’arrivo della prima ondata di calore che come ogni anno, in questo periodo, accresce l’affluenza di pazienti nei punti di soccorso. Se in orario diurno, seppur a fatica, il personale medico e infermieristico – anch’esso in sottonumero – riesce a soddisfare le esigenze, lo stesso non si può dire allo scoccare delle 20 di ogni santo giorno: da quel momento e fino all’alba un solo dottore deve gestire tutte le emergenze nel corso di un turno massacrante di 12 ore.

Un organico insufficiente per fornire il servizio, con momenti di tensione in aumento e il pericolo concreto che la visita fuori programma delle forze dell’ordine si ripeta nel futuro prossimo. I sindacati di categoria, di recente, avevano definito come “al collasso” la situazione ai limiti della sostenibilità a Santorso. Appena un mese fa, attraverso una nota stampa a firma Cgil, non servirono sfere magiche per presagire stati di alta tensione: “Esprimiamo grande preoccupazione – questo lo stralcio del testo più saliente – poiché, trattandosi di personale addetto anche all’accoglienza diretta dei pazienti, potrà essere oggetto di contenziosi e possibili aggressioni, generate da situazioni di tensione per le attese che inevitabilmente potranno verificarsi.”