Lavoro in nero, zero norme di sicurezza e smaltimento rifiuti: sequestrato laboratorio tessile

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Negli scorsi giorni i finanzieri del comando provinciale di Vicenza hanno eseguito il sequestro preventivo d’urgenza di un laboratorio tessile con sede a Santorso, gestito da imprenditori di nazionalità asiatica impegnati nella filiera tessile per conto di aziende vicentine. Un’attività che – grazie all’evasione fiscale e previdenziale e all’inadempimento delle regole sulla sicurezza sui luoghi di lavoro e sullo smaltimento dei rifiuti – ledeva i termini di una leale concorrenza tra gli operatori del settore.

L’attività delle fiamme gialle aveva l ‘obiettivo di contrastare il lavoro sommerso: in azione sono entrati i militari della tenenza di Schio, che nei locali hanno trovato una ventina di postazioni di lavoro. Gli spazi erano totalmente privi dei canoni di salubrità, igiene e sicurezza previsti dalla legge in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.

Nello specifico, il laboratorio era sprovvisto di impianto di riscaldamento (tanto da costringere i dipendenti a lavorare col giubbino addosso), le postazioni di lavoro erano anguste e su di esse pendevano neon pericolanti. Gli estintori erano privi di etichette di manutenzione (quindi non revisionati, come prevedono le normative, ogni 36 mesi, né controllati ogni sei mesi).

Inoltre la titolare dell’impresa non è stata in grado di esibire ai finanzieri alcun Documento di Valutazione dei Rischi. Insomma, un inconveniente qualsiasi come un corto circuito o una fiammella avrebbe potuto avere conseguenze drammatiche. L’intera area di 300 metri quadrati è stata quindi sequestrata d’urgenza, “al fine di evitare che la libera disponibilità della stessa potesse costituire un pericolo per l’incolumità dei lavoratori dipendenti” spiega una nota delle fiamme gialle.

La titolare, cinese, è stata denunciata alla Procura della Repubblica di Vicenza per i reati di omessa redazione del Documento di Valutazione dei Rischi, omessa predisposizione dei dispositivi antincendio e per non conformità dei luoghi di lavoro ai requisiti del Testo Unico sulla sicurezza dei luoghi di lavoro. Il sequestro d’urgenza eseguito d’iniziativa dai militari è stato condiviso dall’autorità giudiziaria inquirente dal giudice per le indagini preliminari di Vicenza, che ha alla convalidato il provvedimento.

Nel corso dell’intervento, i finanzieri hanno anche appurato tre lavoratori presenti, di origini asiatiche, erano privi di inquadramento contrattuale e contributivo, nonché di un permesso di soggiorno valido. Due hanno anche tentato la fuga alla vista delle fiamme gialle. Dei tre lavoratori irregolari sono stati acquisiti i rilievi foto-dattiloscopici (foto e impronte digitali) e le loro posizioni sono state rinviate alle valutazioni del Questore, che dovrà valutare l’emissione del foglio di via dall’Italia. Da tali rilievi è emerso che uno dei tre, nel corso degli anni, aveva fornito alle autorità quattro diverse generalità e che nel 2010 era già stato oggetto di un ordine di uscire dallo Stato da parte del Questore di Teramo, nonché di un decreto di espulsione. L’uomo però non ha mai lasciato il nostro paese, spostandosi per anni in giro per l’Italia sempre in condizione di irregolarità e fornendo identità sempre differenti per non essere collegato a quei provvedimenti.

E’ scattata quindi la segnalazione alla Procura sia dei tre dipendenti che del loro datore di lavoro, rispettivamente per immigrazione clandestina ed impiego di manodopera clandestina. Infine alla ditta tessile è stato notificato anche un verbale di accertamento in materia di polizia ambientale: la titolare ha omesso di istituire il registro di carico e scarico dei rifiuti speciali. Gli scarti della lavorazione tessile, da trattare obbligatoriamente tramite ricorso a imprese specializzate, venivano invece smaltiti come normali rifiuti urbani.

Un plauso all’operazione della guardia di finanza è venuto anche dal governatore del Veneto, Luca Zaia.