Terza ondata, i timori dei lavoratori dell’ospedale di Santorso: “Manca una strategia”

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La hall interna dell'ospedale di Santorso (foto Ulss 7)

Quale è la strategia aziendale con cui si pensa di affrontare la terza ondata dell’epidemia da Covid-19 all’ospedale dell’Alto Vicentino? Se lo chiedono, senza avere risposta, i sindacati di Cgil Cisl e Uil, che in merito hanno inviato un preoccupato comunicato ai media nel quale parlano di “nuovo incubo”. Eccolo.

Non è più nemmeno un grido di allarme quello che si leva da lavoratori e lavoratrici
dell’Ospedale di Santorso, una situazione che si ripete per la terza volta. Le innumerevoli
segnalazioni e richieste dei mesi precedenti sono a loro tempo rimaste inascoltate e non sono servite ad evitare le difficoltà di questa settimana che, in queste ore, si stanno trasformando in un nuovo incubo per lavoratori e cittadini che afferiscono all’Ospedale di Santorso.
La Rsu, in accordo con le organizzazioni sindacali, ha chiesto la convocazione di un incontro urgente: l’Azienda ci convochi, ci dia modo portare la voce dei tanti dipendenti che sono in prima linea nella gestione degli effetti di questa drammatica pandemia!

In pochi giorni all’Ospedale di Santorso si è passati da 60 a circa 140 ricoverati nei reparti Covid, con conseguente riduzione di posti letto per pazienti non positivi al virus.
Ebbene, dentro questo scenario, sembra che per l’ennesima volta non sia stata messa in atto una strategia efficace per una risposta repentina alle esigenze di riorganizzazione e all’aumento del fabbisogno di posti letto per ricoveri Covid, anche attraverso il coinvolgimento del personale. Personale che non chiede la luna, ma direttive chiare, precise e in tempo reale. Personale che, ancora una volta, si è messo a disposizione rinunciando a ferie e riposi programmati.

Da reparti ospedalieri e servizi territoriali ci arrivano di ora in ora segnalazioni da parte del
personale e richieste di intervento, spesso accompagnate da analoghe segnalazioni provenienti da cittadini che vengono repentinamente dimessi o trasferiti. Questi ultimi tornano ad avvalersi di servizi territoriali in affanno, a causa di carichi eccessivi da mesi, e con una rete assistenziale impegnata nel fondamentale percorso vaccinale, oltre che negli screening.

Anche in questa terza ondata, a ormai più di un anno dall’inizio della pandemia, sta emergendo che, se andrà tutto bene, sarà ancora una volta grazie alla professionalità degli operatori in prima linea. Operatori che ben sanno che fronteggiare la pandemia è “la sfida e la mission” di tutto il sistema sanitario. C’è bisogno però di buona organizzazione, capillare informazione, attenzione a non produrre sovraccarichi ingestibili per i professionisti che lavorano in corsia, coinvolgimento del personale: queste, a nostro avviso, sono “le sfide e le mission” che ogni Direzione Aziendale dovrebbe tenere sempre presente, proprio per consentire un’efficace erogazione dei servizi.

Abbiamo in più occasioni denunciato, da parte della precedente Direzione Aziendale, una
insufficiente comunicazione e condivisione delle scelte strategiche, che avrebbe invece
consentito al personale di lavorare con maggiore serenità. Al nuovo Direttore Generale, che
correttamente ha voluto incontrare i Sindaci del territorio ma che non ha ancora convocato i rappresentati dei lavoratori, chiediamo con forza di incontrarci e di garantire quanto finora a nostro avviso è mancato: che si faccia regista attivo di questa Ulss partendo proprio dalla situazione emergenziale e provando a infondere al personale fiducia, senso di appartenenza e sicurezza, anche attraverso una comunicazione puntuale ai lavoratori che, giorno dopo giorno, operano per garantire nel nostro territorio la salute pubblica.
Vicenza, 13 marzo 2021