Tutti gli ospedali dell’Ulss 7 sono covid-free. Dimessa l’ultima paziente a Marostica

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Un gruppo di infermieri/e in posa in una delle strutture dell'Ulss 7 Pedemontana (foto da pagina Facebook)

Per il territorio dell’Ulss 7 Pedemontana e in particolare per gli ospedali di Santorso, Asiago, Bassano del Grappa e Marostica il 9 luglio 2020 sarà ricordato come il giorno della “liberazione”. Mancava all’appello solo l’ospedale di comunità allestito nella città degli scacchi, e il fatidico giorno è arrivato. L’etichetta covid-free è stata apposta ieri, dunque, a tutti i centri sanitari in gestione all’azienda sanitaria che hanno ospitato, assistito, curato e decine di volte (122 i morti) anche pianto i pazienti accolti con i sintomi del morbo asiatico.

Da chiarire che la notizia si riferisce all’assenza – per la prima volta da fine febbraio, cioè da 4 mesi e mezzo circa – di pazienti ospedalizzati con tampone positivo al coronavirus. Anche se in poche unità, rimangono ancora dei malati entrati nel reparto Covid poi negativizzati ma ancora alle prese con i postumi o i danni da malattia. A questi, si aggiungono i casi acclarati di contagio sotto sorveglianza in regime di isolamento domiciliare, con sintomi lievi o assenti.

A “regalare”, soprattutto a infermieri, medici, personale Oss e ausiliario non sanitario, la buona nuova non è stato un decesso nell’unico letto d’ospedale che risultava ancora occupato da una donna vicentina affetta dal virus. C’è un lieto fine se così è lecito definirlo, vale a dire le dimissioni ospedaliere visto il percorso di guarigione ormai avviato, da proseguire a casa, senza necessità dell’assistenza puntuale e spesso amorevole offerta da chi quotidianamente da 140 giorni si barda con camici, calzari, maschere e visiere e una dose extra di abnegazione al proprio mestiere.

Il polo di Marostica si aggiunge in ordine cronologico a quello di Asiago, al San Bassiano e all’ospedale Alto Vicentino di Santorso, “libero” da lunedì (per la seconda volta). Chiaro a tutti che non si tratta di una chiusura definitiva con strette di mano e abbracci di giubilo, ma di una tappa simbolica di un percorso in salita comunque da celebrare. Intanto rimane fermo a 1.610 il numero dei casi di contagio trattati e archiviati dall’inizio dell’epidemia in Veneto per la fascia pedemontana, di cui 1.400 guariti. Una settantina le persone ancora sotto sorveglianza in “quarantena”, a cui aggiungere le 122 croci da intendersi come persone decedute negli ospedali in base al bollettino sanitario. Quasi tre quarti delle quali nell’ospedale Covid di Santorso (88).

“Per ora si torna alla normalità dopo mesi molto duri – ha commentato il commissario dell’Ulss 7 Bortolo Simoni – ma non bisogna abbassare la guardia”.