Sempre più “malati” di videopoker: cento casi l’anno. Arriva uno sportello ad hoc

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Slot machine presenti in sale da gioco, bar e tabaccherie

“Non giocarti anche la vita”. E’ con questo slogan che, insieme, Comune di Schio, Fondazione San Gaetano e Ulss 7 Pedemontana vogliono tendere la mano ai malati di gioco, chi sta per cadere nel buco nero della ludopatia.

Da ieri è attivo al civico 27 di via Pasini, in uno spazio del Comune, uno sportello di consulenza gestito dalla Fondazione San Gaetano in collaborazione con il dipartimento delle dipendenze dell’Ulss 7 e il sostegno della Fondazione Cariverona, chiamato “Pause & Play”. Aperto tre pomeriggi la settimana (dalle 16 alle 19), il punto vuole offrire informazioni ma anche un primo approccio alle cure a chi liberamente chiede un aiuto. Ci si può rivolgere agli operatori chiamando il 366.5620179 o il 340.2235112, il martedì l’accesso è libero mentre il giovedì e il venerdì è su appuntamento.

L’iniziativa, gratuita per gli utenti, nasce dalla volontà di arginare il fenomeno del gioco d’azzardo, sempre più presente anche nell’Alto Vicentino. Stando ai dati dell’Ulss 7, infatti, nel 2016 sono stati presi in carico un centinaio di giocatori con problemi, ma sono solo una piccola parte di chi ha una dipendenza dovuta ai giochi (soprattutto videolottery) si rivolge ai servizi sanitari per iniziare un percorso di cura.

A Schio, come in altri Comuni del Vicentino, da anni si cerca di limitare il fenomeno con ordinanze e sanzioni. Da marzo 2015, quando è entrato in vigore nella città scledense l’obbligo di limitare l’orario di apertura delle sale slot e di funzionamento delle macchinette (riducendolo nelle fasce orarie dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 22), polizia locale e guardia di finanza hanno verbalizzato più di 350 infrazioni in 18 esercizi pubblici ed emesso 15 ordinanze di sospensione temporanea dell’attività.