Spaccio di droga in centro, revocata l’accoglienza a cinque richiedenti protezione umanitaria

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“Con riferimento in particolare ai fatti accaduti nell’agosto scorso, si rappresenta che nei confronti di cinque persone risultate coinvolte è stata adottata la misura di revoca dell’accoglienza; nel contempo, sono state emesse diffide verso coloro che si sono resi responsabili di violazioni alle regole di comportamento … dei centri di accoglienza…”. Sono queste le parole usate dal Prefetto di Vicenza in una missiva inviata al sindaco di Schio Valter Orsi e resa pubblica oggi.

Il rappresentante del Governo fa riferimento alle diverse operazioni svolte lo scorso agosto a Schio da carabinieri e polizia locale contro lo spaccio di droga nell’area della Valletta e in alcuni parchi pubblici. Operazioni nelle quali vennero anche identificati alcuni nigeriani che poi era emerso fossero – o meglio, fossero stati –  richiedenti protezione internazionale, ospitati in strutture d’accoglienza in città e nei comuni limitrofi.

La lettera del Prefetto è la risposta a due missive ufficiali – a Prefetto e Questore – inviate da Orsi il 21 e 28 agosto, nelle quali chiedeva il loro intervento “per arginare il degrado e la pericolosità che la presenza di questi individui sul territorio comporta”. Il Prefetto ora informa che – come sempre accade in questi casi – a cinque persone coinvolte nello spaccio è stato revocato il programma di accoglienza, mentre altre, evidentemente coinvolte ma non responsabili di reati, sono state solo diffidate”.

“Il messaggio dev’essere chiaro – sottolinea il sindaco di Schio – la nostra è una comunità civile, che si fonda sul rispetto delle regole. Chi non le rispetta, non può aspettarsi di essere accolto ed ospitato. Questi risultati sono raggiungibili grazie alla positiva collaborazione che c’è tra le forze dell’ordine, in particolare carabinieri e polizia locale, che hanno il compito di presidiare il territorio, prevenendo i reati, quando possibile, o perseguendo chi li compie. A loro l’amministrazione comunale è sempre vicina, anche investendo risorse in mezzi e strumenti, come il potenziamento del sistema di videosorveglianza, e risorse umane, vedi gli accordi che sono stati stipulati con diverse associazioni per potenziare il controllo sul territorio, sia nel centro città che nelle aree periferiche”.

Il sindaco lancia poi un appello ai cittadini: “Non dimentichiamo l’apporto che può dare qualsiasi cittadino, che sia testimone di un reato o abbia dei sospetti o delle paure. È importante in questi casi, e sono in molti a farlo già, telefonare alle forze dell’ordine. Il 112 dei carabinieri e il centralino del consorzio della Polizia Locale, 0445/690111, sono sempre disponibili”.

Sulla notizia interviene anche il comitato PrimaNoi: “E’ una buona notizia che va a confermare quanto denunciamo da mesi – spiega il portavoce Alex Cioni – e c’è da augurarsi che l’espulsione di queste persone sia effettiva e non il classico foglio di via che serve solamente a far entrare in clandestinità nei nostri territori soggetti di questo tipo, spingendoli per di più a vivere ai margini e ben inseriti nelle reti criminose dedite allo spaccio e quant’altro di criminoso”.

Una stilettata Cioni la riserva al consigliere comunale di minoranza Carlo Cunegato, che nelle settimane scorse aveva diffuso una nota dove sosteneva che secondo la Questura di Vicenza nessun richiedente asilo della zona era stato coinvolto in reati. “Cunegato ne aveva fatto una ridicola bandiera antipopulista, quando i fatti di cronaca dimostrano in tutta Italia, non solo nel vicentino, dell’esistenza di un rapporto tra richiedenti asilo e criminalità. L’infelice uscita del consigliere comunale è l’ennesima dimostrazione che a negare anche l’evidenza dei fatti pur di mantenere in piedi un precario castello ideologico, non si fa una bella figura”.