Tossicodipendente piena di lividi muore in ospedale: indagato il compagno

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L'ingresso dell'ospedale di Santorso

Ore 17. La procura della Repubblica ha iscritto nel registro degli indagati il compagno di Kader Casarotto, la donna di Schio di 43 anni morta dopo due giorni di coma nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Santorso. La 43enne, nota alle forze dell’ordine in quanto tossicodipendente, il 19 gennaio era arrivata in ospedale con l’ambulanza, già priva di sensi: i sanitari del Suem erano stati chiamati da un’amica che la stava ospitando e che l’aveva trovata in stato di incoscienza.

I carabinieri, coordinati dal pm Claudia Brunino, non si sbilanciano sulle cause della morte e rimangono aperte tutte le piste, dato che la 43enne – che abitava nel quartiere Sacro Cuore in via Damaggio ed era madre di due figli – aveva nel corpo e nel volto ecchimosi compatibili con un’aggressione violenta.

L’iscrizione del compagno (italiano) – spiegano gli inquirenti che non si sbottonano sul nome – ha risposto alla necessità che l’uomo, che pure ha un passato burrascoso, potesse nominare un perito di parte nel momento dell’effettuazione dell’esame autoptico, che è avvenuto stamane e dal quale è emerso un quadro clinico complesso, che richiederà forse accertamenti più approfonditi.

L’inchiesta aperta dalla procura ha sul tavolo più ipotesi: morte per overdose da farmaci e droghe, o per un pestaggio di cui potrebbe essere responsabile il compagno, ma anche il suicidio. Le ecchimosi presenti sul corpo potrebbero essere recenti ma potrebbero risalire anche a giorni prima. Inoltre nel corpo della donna, con una vita devastata dalla dipendenza e dalla fragilità, sarebbero state trovare tracce dell’assunzione sia di droga che di farmaci.