Progetto Altaleogra, chiuso il workshop. “Modello trentino per rilancio area”

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Come spesso accade quando si parla di modelli funzionanti bisogna guardare al Trentino-Alto Adige. E’ quello che vogliono fare i promotori del progetto ‘Altaleogra’, che ieri sera hanno chiuso un workshop di tre serate a Valli del Pasubio spiegando la loro idea di rilancio del territorio montano. “Creeremo un marchio d’area forte che ci identifichi – ha detto il marketing promoter Andrea Cunico – creando un pacchetto di servizi e prodotti di eccellenza locali”.

All’ultimo dei tre appuntamenti del workshop che si è svolto nel corso dell’ultima settimana hanno partecipato più di 100 persone. Tanto interesse e curiosità attorno a questa idea innovativa e moderna per ridare slancio e interesse all’area della montagna alto vicentina, con la sala piena in tutti gli incontri. Progetto in attesa di finanziamento europeo e promosso dall’associazione agricola vallense Pasubagria, già attiva nel territorio con un progetto di allevamento diffuso, che ha portato in paese più di 20 animali da pascolo negli ultimi due anni.

L’ultimo appuntamento è stato dedicato ad uno sguardo prima al passato di questo territorio estremamente ricco di storia e tradizione per poi lanciare uno sguardo al suo futuro. Primo a intervenire è stato il dottor Angelo Saccardo, già autore dei due volumi sulla storia di Valli del Pasubio e anche sulla toponomastica storica locale. “Indubbiamente il territorio vallense è di derivazione cimbra, cioè tedesca medievale – ha spiegato Saccardo – le ondate di colonizzazione di questa popolazione risalgono all’Alto Medioevo e li portarono a stabilirsi qui, sull’Altopiano dei 7 comuni e in Lessinia. Presenza che ancora oggi si legge nei nomi di persone e luoghi, che indubbiamente tradiscono la loro origine cimbra”.

All’intervento di Saccardo, che ha tracciato a grandi linee il passato del territorio, è seguito quello di Andrea Cunico, responsabile della comunicazione e promozione del progetto. “Ora quale futuro c’è per quest’area così ricca di storia? – ha chiesto introducendo il suo intervento – la chiave è il modello trentino. Bisogna creare un’identificazione territoriale forte, come ad esempio “Val di Non”, “Val di Sole”, “Alpe Cimbra”, connotata in maniera chiara, caratterizzata da servizi e prodotti locali. Serve un marchio d’area, in questo caso Altaleogra, promosso e fatto crescere dagli allevatori del posto. Questo permetterà di raggiungere un doppio scopo: rafforzare la rete di allevamento diffuso e recupero del sistema prato-pascolo e anche incentivare il turismo. Bisogna mettere insieme le forze a livello comunale per accogliere i visitatori. Al turista infatti – ha concluso – devi dare un imprinting forte e chiaro e caratterizzare il luogo che va a visitare”.