Calcio, Spadafora: “I contagi in alcuni club non aiutano”. Le perplessità dell’Assoallenatori

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I casi di calciatori positivi al coronavirus venuti alla luce in alcuni club di Serie A, fanno tornare in salita il cammino del massimo campionato verso un’eventuale ripartenza a breve.

A tal proposito, il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora oggi ha detto: “Le notizie di queste ore dei contagi in alcune squadre di calcio non ci fanno ben sperare. Fino a quando non capiremo quale sarà l’evoluzione sanitaria, non potremo dare una risposta certa.

La parola d’ordine, anche alla luce del recente incontro col Comitato tecnico-scientifico, è stata ‘prudenza’. Ovviamente quello che è successo nelle ultime 24 ore certamente non aiuta”.

Le prossime tappe. Sui passaggi futuri, pertanto, Spadafora ha aggiunto: “La prossima settimana, prima del 18 maggio, saremo in grado di capire, sulla base dell’analisi della curva, l’andamento dei contagi dopo questa prima apertura. A breve arriverà il responso del Comitato tecnico-scientifico sul protocollo adottato dalla Figc. Capiremo se le perplessità che il Comitato tecnico-scientifico ha espresso sono state superate o se purtroppo restano tali. Queste due cose insieme, ci consentiranno di decidere definitivamente per una ripresa della stagione 2019-2020 o per uno stop definitivo”.

Perplessità sulla ripartenza del calcio sono state espresse anche dal presidente dell’Assoallenatori. Renzo Ulivieri, infatti, ha dichiarato: “Se mettiamo in quarantena tutta la squadra ogni volta che spunta fuori un nuovo contagiato, allora è inutile ripartire. La posizione dell’Assoallenatori è la solita di sempre. Se ci sono le condizioni, in totale sicurezza, siamo per riprendere a giocare. Ma dobbiamo alzare il livello di sicurezza al massimo possibile.

Come noi, anche i calciatori sono della stessa idea, vogliono che la salute sia tutelata. Il calcio è ovviamente uno sport di contatto, ma facendo tamponi regolari sembra che avremo meno possibilità di contagio rispetto ad altre categorie di lavoratori”. Insomma, i punti interrogativi per il calcio in tempi di Covid-19 restano ancora molti.