Studio, ricerca e altruismo: l’impegno di mamma Laura e papà Amerigo nel nome di Sammy

Ci sono persone che, per un motivo o per l’altro, non necessitano di grandi presentazioni. Sammy Basso rientra a pieno titolo tra queste. A causa della sua condizione fisica, dovuta alla progeria. Ma anche, soprattutto, alla grinta e all’autoironia con le quali esorcizzava la malattia. Un’energia, la sua, che gli ha fatto guadagnare nel tempo una simpatia e un affetto generalizzati. E che ha contribuito, in modo decisivo, a sensibilizzare la collettività sul tema dell’invecchiamento precoce e accelerato. Un lascito che non può essere dissipato. E che i genitori di Sammy, Laura Lucchin e Amerigo Basso, hanno raccolto e portano quotidianamente avanti grazie all’Associazione Italiana Progeria Sammy Basso.
“L’associazione – racconta Amerigo ai microfoni della rubrica di Radio Eco Vicentino “StartUp” – è nata per desiderio di Sammy. Lui sentiva sempre parlare in televisione di tante malattie genetiche rare, ma non della progeria. E fu così che nel 2005 fondammo la A.I.Pro.Sa.B. Siamo partiti senza neppure sapere noi stessi cosa ci aspettava. Tuttavia, pian piano, è cresciuta, fino a diventare oggi un punto di riferimento per l’Europa e non solo”.
È anche grazie all’esistenza di un’associazione come questa che la ricerca sulla malattia può andare avanti e dare i suoi frutti. I quali, come sottolinea Laura nella chiacchierata con Gianni Manuel, già non mancano: “Esiste un medicinale che è stato riconosciuto nel 2020 dalla Food and Drug Administration americana come farmaco contro la progeria. Non cura la malattia, ma ne rallenta la progressione. Quello che però si sta cercando di fare è trovare il modo di curare definitivamente la progeria. E qui viene in gioco la terapia genica, che è ciò di cui si occupava Sammy con le sue ricerche”.
Ed è proprio a tal proposito che, da parte di Amerigo, arriva un annuncio clamoroso: “Siamo molto vicini alla cura. Il metodo inventato da David Liu consente di inserirsi nel Dna, cancellare la ‘lettera’ sbagliata e scrivere quella giusta. Con questa tecnica, chiamata base editing e messa a punto dal dottor Liu in stretta collaborazione con Sammy, si possono curare tutte le malattie puntiformi, modificando il Dna. È stata inventata per 140 casi al mondo, ma con essa riusciremo ad aiutare circa 450 milioni di persone”.
“È il sogno di Sammy – continua Laura -, arrivare a trovare la cura per la sua come anche per tutte le malattie genetiche. Il bello, però, è che studiando l’invecchiamento precoce si è arrivati a capire di più anche dell’invecchiamento naturale. La ricerca sta portando a scoprire le cure per quelle malattie che affliggono le persone quando arrivano ad una certa età. In pratica, studiando la progeria, potremo aiutare otto miliardi di persone. Non a vivere di più, ma a vivere meglio”.
Obiettivi, questi, per il cui raggiungimento è fondamentale una costante opera di sensibilizzazione. Alla quale non si sottrae Siggi Group: “A gennaio – annuncia Roberta Marta – uscirà la collezione di camici medicali dedicata a Sammy. Ognuno di essi porterà un cartellino con tutte le informazioni per chi vorrà fare una donazione a favore di A.I.Pro.Sa.B. E anche una foto di Sammy accompagnata dalla sua frase ‘Da soli possiamo raggiungere molti traguardi, assieme si possono raggiungere traguardi impensabili'”. Un progetto grazie al quale, conclude Laura, “mi immagino Sammy presente in tantissimi laboratori perché qualcuno indossa il suo camice. E questa è una cosa meravigliosa. In questo modo Sammy continuerà a fare ricerca”.
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