Fuori pericolo il medico soccorso dopo 11 ore da incubo. Era scivolato per salvare il cane

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Difficile intervento stanotte per due squadre del Soccorso Alpino

Rimane ancora ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Trento a distanza di 5 giorni dal salvataggio ma non versa in pericolo di vita il medico vicentino di 69 anni raggiunto nella tarda serata di lunedì dal Soccorso Alpino. Trasportato d’urgenza in eliambulanza in piena notte 11 ore dopo una caduta devastante per il fisico in un dirupo, lunedì mattina, mentre stava passeggiando lungo un sentiero – che conosceva a menadito – nei dintorni di Tonezza del Cimone.

Insieme all’inseparabile e vispo cucciolo di volpino di nome Milk: proprio per salvare il cagnolino dal rischio imminente di precipitare con il ciglio reso viscido dalla pioggia del giorno prima, il cittadino di Arsiero si era sporto troppo rotolando per 30 metri tra tronchi e sassi e riportando fratture multiple ad entrambe le caviglie, ad una gamba e alle costole.

Dolori lancinanti che non gli permettevano di muoversi in alcun modo, e nemmeno di raggiungere il marsupio con all’interno lo smartphone che ha squillato per tutta la giornata, rimasto una decina di metri a monte, impigliato nella vegetazione. Ancora più su il cane rimasto per ore ad attendere il suo padrone, impaurito. Una dolorosa agonia quella che si stava prospettando per D.N., medico stimato della vallata prossimo ormai alla pensione, che dovrà attendere prima di rientrare nella sua abitazione, dove “scontare” la lunga riabilitazione che lo attende.

A salvargli la vita sono stati due aspetti, il primo in quei attimi terribili della caduta quando, per riflesso e istinto innato, l’escursionista è riuscito con le braccia a proteggersi la testa nel corso della rovinosa discesa. Evitando così traumi al cranio che potevano essergli fatali. Poi, a distanza di oltre 10 ore dall’incidente, in corrispondenza dell’allarme e dell’inizio delle ricerche, una fetta importante di merito spetta al volontario soccorritore che tra le 20 e le 22 su era ricordato di una Fiat Panda parcheggiata dalle parti di contrada Valle, una delle mete dell’arsierese per le sue camminate abituali.

Lì si erano concentrate le ricerche della spedizione di una ventina di uomini, fino all’udire i lamenti da lontano di una persona e al ritrovamento prima del cane e poi dell’uomo in fondo alla scarpata. Con un recupero impegnativo nell’oscurità delle notte e del fitto bosco, calandosi con le funi e infine issando la barella con il ferito grave nel velivolo del Suem 118 diretto poi nel capoluogo trentino. Il 69enne, probabilmente, non sarebbe sopravvissuto ancora a lungo viste le ferite multiple riportate, senza cibo nè possibilità di idratarsi e con dolori lancinanti su tutto il corpo. Decisivo quindi l’operato dei soccorritori che dal momento dell’allarme hanno individuato con un pizzico di fortuna lo scomparso nel giro di un paio d’ore, impiegandone altrettante poi per portarlo in salvo.