“Ci hai insegnato a sorridere”: l’addio ad Andrea fra le lacrime di tantissimi giovani

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

Ha avuto i colori vividi di una giornata di sole tersa e sferzata dal vento, l’ultimo saluto ad Andrea Novello, il 17enne studente di Maragnole di Breganze morto nella notte fra sabato e domenica a poche centinaia di metri da casa, schiantato su un palo dell’illuminazione pubblica con il suo scooter.

Una celebrazione caratterizzata da un freddo sole primaverile e da un’aria sembrava voler asciugare le tante lacrime che sono corse sui visi: di tanti adulti ma soprattutto dei tantissimi ragazzi e ragazze accorsi nella piccola chiesa parrocchiale, che è riuscita a contenere solo la metà delle persone accorse per l’ultimo saluto allo studente dell’istituto alberghiero Artusi di Recoaro. C’erano tutti i suoi compagni di classe, giunti con un pullman, c’erano gli amici delle compagnie che frequentava, c’erano i ragazzi dell’Atletica Vicentina e di Breganze e c’erano anche i giovani volontari dell’Operazione Mato Grosso, con cui condivideva l’impegno per un mondo più solidale. E poi un intero paese stretto attorno ai genitori Sergio e Loredana, alla sorella minore Silvia e al fratellino Stefano e ai nonni.

Nelle mani dei partecipanti, il libretto con la liturgia predisposto per seguire il rito funebre, con in copertina un disegno ad acquarello che rappresentava un giovane di spalle che si incammina su un sentiero. Durante tutta la celebrazione, i canti, anche quello animati dai giovani. Una cerimonia semplice ma intensa, che si è svolta in un grande silenzio, fra la disperazione di tanti coetanei, spesso accompagnati dai genitori chiamati a sostenere nei figli un passaggio di vita così doloroso e delicato: quello di dover dire addio per sempre a un amico.

A concelebrare il rito, il parroco di Breganze don Giacomo Prandina, l’ex cappellano di Breganze e ora parroco di Marano Vicentino don Fabio Balzarin, il nuovo cappellano don Alex Pilati e un sacerdote dell’Omg. Di fronte alla morte – ha detto don Giacomo – avvertiamo un senso di sconfitta, rimangono tante domande aperte. Dobbiamo avere la certezza che il passaggio di Andrea fra noi anche se breve non è stato vano. Abbiamo degli insegnamenti da imparare da questo: fare tesoro del tempo; vivere per amare, perché risorge solo chi fa dono di sé; custodire la sua memoria”.

All’uscita dalla chiesa, al suono delle campane a festa sono stati proprio i suoi amici a portare a braccia il feretro per ben trecento metri fino al cimitero della frazione, dove è stato tumulato.