Una vita all’insegna della musica e dell’arte: la storia di Bruno Corradini

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Bruno Corradini insieme a Gianni Manuel nella foto in studio

Eclettica: non esiste aggettivo migliore per definire la vita di Bruno Corradini. Ai microfoni della rubrica di Radio Eco Vicentino “Parlami di te”, il poliedrico artista di Breganze ha raccontato le esperienze da lui vissute, tra musica, radio e non solo. La chiacchierata “on air” parte da un aneddoto di carattere gastronomico: “I miei genitori avevano un ristorante che è stato il primo in provincia di Vicenza ad essere inserito nella guida Michelin. Era un locale molto frequentato. Si potrebbe scrivere un libro su tutta la gente famosa e non che ci è passata”.

Tale retroterra ha instillato nel giovane Bruno il pallino dell’arte. E questo perché, per sua stessa ammissione, “la gastronomia, come tutte le arti, educa al bello”. Diplomato in ragioneria, si è anche formato come modellista per l’industria e questo spiega il suo interesse per la moda.

Ascolta “Bruno Corradini, una vita fra radio, musica e moda” su Spreaker.A questo proposito ricorda: “Ho lavorato per grosse catene di abbigliamento, girando per tutta Italia come vetrinista e visual merchandiser”. Ma la sua vita, come si è detto, è incardinata sulla musica. E il suo percorso in questo mondo inizia a Breganze, con un negozio di dischi: “L’idea di aprire il ‘Diapason’ venne a mio fratello Claudio, stanco di fare il cameriere nel ristorante dei miei. Quando io tornai a casa dopo aver concluso il servizio militare, aprimmo il negozio”. Bruno può anche vantare un passato radiofonico: “Ho fatto 17 anni di radio. Inizialmente a Rete 94, con sede a Malo. Poi io e mio fratello ne abbiamo aperta una a Breganze, Blue Radio, che poi è diventata Studio Veneto. In seguito, ho preso in mano una radio importante della città di Vicenza: Radio Vicenza International, in qualità di speaker e direttore artistico”. Nella sua vita ha avuto un ruolo importante il rapporto con il fratello, mancato prematuramente e inaspettatamente due anni fa: “Con Claudio andavo molto d’accordo. Ho collaborato tanto con lui, che è stato compositore, produttore, arrangiatore. Aveva il suo studio di incisione, e sentiva la necessità di avere pareri. Io facevo, in pratica, il suo consulente”.

Bruno, poi, non perde l’occasione offerta da questa intervista per esprimere la sua opinione sulla situazione musicale vicentina: “C’è un gran fermento. Al giorno d’oggi c’è una facilità estrema nel fare musica, anche per chi non ha studiato, grazie alla tecnologia. Però bisogna vedere come una persona la usa. Purtroppo, tante volte c’è un contrasto tra la base e il significato del testo. Manca una cultura musicale: sia per quanto riguarda il fare musica sia per quanto riguarda l’ascolto. Tuttavia, c’è tanta voglia di fare”. Il punto che Bruno mette in evidenza è che “bisognerebbe insegnare di più la musica a scuola. Ma anche insegnare all’ascolto, per una questione di rispetto nei confronti di chi suona”.

Se questo poliedrico artista dovesse tornare in radio cosa gli piacerebbe fare? “Ci sono un sacco di nomi validissimi, sia italiani sia stranieri, che sono tutti da scoprire. Io ne conosco un’infinità: vado alla loro ricerca e mi addentro nelle loro composizioni. Bisogna concentrarsi su questa musica che è ancora nascosta. Ma bisogna anche fare dei collegamenti con brani più vecchi. Perché nulla nasce dal nulla, e i riferimenti a canzoni più vecchie ci consentono di raccontare delle belle storie”.

Gabriele Silvestri