Bracco ucciso con un colpo di fucile in testa: ritrovato per caso nel bosco

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Un cane bracco italiano, ucciso con un colpo alla testa in una zona impervia di Caltrano. E’ stata questa l’orrenda scoperta fatta di una fotografa naturalista domenica 11 marzo durante un’escursione. La donna, che stava passeggiando in un luogo molto impervio, ha visto le zampe del cane da caccia sbucare da sotto un ammasso di sassi e ha avvisato Federica De Pretto, presidente dell’Ente Nazionale Protezione Animali di Thiene-Schio.

“I volontari – spiega De Pretto – si sono avventurati in quel luogo impervio alla ricerca del cane. La ricerca è durata ore sotto la pioggia di quella domenica pomeriggio, ma alla fine lo hanno trovato. Hanno spostato quelle pietre enormi che lo nascondevano, e così la scoperta. Lo abbiamo chiamato Athos, un bellissimo esemplare di bracco italiano, barbaramente ucciso, a sangue freddo, con un colpo di arma da fuoco in testa. Era chiaramente visibile il foro del proiettile, chiaramente visibile il rigolo di sangue. Nessuno può aver trasportato un cadavere lì, troppo impervia la scarpata in cui stava, troppo pesante il cadavere di un esemplare del genere”.

I volontari parlano di uccisione a tradimento, a sangue freddo. “Sappiamo bene – aggiunge la presidente Enpa Thiene Schio – che fine fanno alcuni cani da caccia quando non fanno il loro ‘dovere’, quando sono vecchi oppure quando non hanno quell’istinto che serve ai cacciatori… Lo sappiamo da sempre. Spariscono nel nulla. Stavolta però il piano non ha funzionato. Il cane appartiene ad un cacciatore di Caltrano. Non può essere un caso”.

Del fatto sono state informate quindi le guardie zoofile Enpa, che stanno indagando sul caso. “In attesa di sapere l’esito delle loro indagini – conclude De Pretto – ci chiediamo come si possa stare tranquilli ad avere un vicino di casa capace di questo. Un vicino di casa che magari si nasconde dietro la maschera di uno di quei cacciatori difensori della natura, e poi la difende così. Riteniamo una persona capace di un gesto del genere sia socialmente pericolosa. Chi ammazza un essere indifeso in questo modo non dovrebbe avere armi in casa. C’è davvero da preoccuparsi, ci chiediamo di cosa altro può essere capace. Ci auguriamo che la giustizia faccia il suo corso. Che questa persona paghi duramente
quello che ha fatto. Noi vogliamo giustizia per Athos e per tutti i cani da caccia trucidati.
La caccia è anche questo. Lo sappiamo, da sempre”.