Domani l’addio a “big” Riccardo: un grande della ristorazione locale per 40 anni

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Il settore della ristorazione dell'Altovicentino è in lutto in questi giorni. Centinaia di messaggi dai clienti affezionati

Resterà la tua essenza. Ora anche gli angeli potranno assaggiare i tuoi piatti prelibati”. Parole non banali quelle scelte come annuncio triste, nella pagina dedicata alla sua stessa creatura professionale, conosciuta, apprezzata e “assaggiata” dai più nell’Altovicentino: si è spento Riccardo Giaretta, chef e titolare del ristorante che porta il suo nome e porterà sempre la sua esperienza, oltre alla passione per i fornelli e per il gusto. O ancora meglio, per rendergli il giusto merito dopo 40 anni di carriera, di cultura enogastronomica veneta. Aveva compiuto 71 anni da pochi giorni, con l’ultimo periodo trascorso a lottare contro un male subdolo, aggravatosi di recente.

Il funerale si svolgerà domani mattina a Carrè, nella chiesa arcipretale del centro cittadino, alle 10. Mentre stasera alle 19 è prevista sotto lo stesso altare la recita del rosario con la veglia di preghiera. Ad annunciarne la dipartita con il dispiacere del lutto ma anche con l’orgoglio di averlo avuto accanto sono stati i familiari: la moglie Annalisa, la figlia Martina, i fratelli Giaretta, insieme ai due nipotini che saluteranno anche loro sabato il loro grande nonno, gigante buono e piccolo grande maestro della cucina tradizionale tipica del territorio, ma non solo, senza bisogno di palcoscenici al di fuori del suo locale. Tipica sì, ma anche “rivisitata e creativa” come si legge nella presentazione.

Centinaia i messaggi d’affetto, quelli più intimi concessi da amici vicini e anche colleghi nel campo della ristorazione, ma sono soprattutto i clienti più affezionati – e sono davvero tanti – a lasciare una traccia del loro passaggio e della partecipazione al dolore. “Grazie Riccardo per le fantastiche emozioni culinarie donate”, “Un’istituzione, sia per la cucina, meravigliosa, che per la cortesia”, “Ciao Maestro grazie per tutto l’aiuto che mi hai dato. Ma non solo a me a tutti i ristoratori della Pedemontana. Sei stato una forza della natura”. Solo una minima selezione dei messaggi d’affetto e attestati di stima apparsi ieri sulla pagina Fb, e che in questi giorni contribuiranno a conferire ciascuno un pizzico di confronto ai congiunti di Riccardo, e anche allo staff di cucina che ne raccoglie l’eredità professionale.

Quella dell’omone dalla grande stazza e grande disponibilità e cordialità, invece, rimarrà serbata nel cuore e nella memoria di chi lo ha conosciuto. E, cosa tutt’altro che scontata, anche tra i colleghi del mestiere dell’Altovicentino, dove ha percorso le tappe di tutta la sua carriera professionale dall’Altopiano a Schio, fino a portare a compimento l’idea di ristorazione creata con la moglie Annalisa sempre al suo fianco nella zona industriale di Carrè, un via Val d’Assa. Anche l’Ascom, di cui era socio, lo ricorda per il suo apporto, anni addietro, in varie rassegne e iniziative.

“È stato un privilegio conoscere Riccardo Giaretta – scrive Nicola Maragnin, ex direttore di Confcommercio a Thiene – ed è stato fantastico lavorare con lui. Grande carisma, umanità da vendere, amorevole marito, padre e nonno. La cucina è lo specchio dell’anima di chi la pratica, ed i suoi piatti parlavano di passione, di valorizzazione della nostra cultura, di positività. È stato uno dei fondatori del gruppo dei Ristoratori d’Autore della Pedemontana, e mi ricordo che nelle varie riunioni quando si trattava di prendere delle decisioni inevitabilmente tutti cercavamo la sua approvazione”.