I veri motivi dietro le dimissioni di Scarpellini: un controllo della Corte dei Conti

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Il comandante Giovanni Scarpellini

Come prevedibile, è più complessa di quel che appariva a prima vista la vicenda delle dimissioni del comandante della polizia locale Nordest Vicentino, Giovanni Scarpellini. Non è questione (non solo, almeno) di ruoli della polizia locale nel complesso dell’organizzazione delle attività di prevenzione e repressione dei reati sul territorio, o di fantomatiche richieste di “far cassa” con le multe ai cittadini, ma più concretamente una questione dai risvolti economici, giuridici e legali.

Dopo due giorni di silenzi, confronti, scambi, telefonate, emerge infatti una vicenda ben più ampia, ricostruita in primis dallo stesso Scarpellini con una nota inviata ai media “al fine di evitare interpretazioni sulla questione delle mie dimissioni”.

Un comunicato che cambia la narrazione fin qui tenuta e nel quale il comandante della polizia locale del Consorzio Ne.Vi elenca “il reale svolgimento dei fatti”, che hanno a che fare con un controllo della Corte dei Conti (scaturito pare da un esposto anonimo) sul contratto di lavoro dello stesso Scarpellini.
Tutta la vicenda inizia addirittura lo scorso anno (maggio 2022, il Consorzio era ancora presieduto dall’ex sindaco di Thiene Giovanni Casarotto), quando la Procura della Corte dei Conti del Veneto avvia accertamenti sulla tipologia del contratto applicato per la figura del Comandante/Direttore del Consorzio di Polizia Locale Nordest Vicentino.
A seguito di quegli accertamenti, spiega Scarpellini, la Procura contesta la natura del contratto, affermando (riporta testuale il comandante) che ‘più corretto sarebbe stato configurare il posto di Comandante/Direttore del Consorzio NE.VI quale dirigenziale, con l’attribuzione del relativo trattamento economico’ “.

La figura del comandante è configurata, fin dall’inizio dell’attività del consorzio, infatti, nella categoria di “Funzionario Cat. D3 Regioni – Enti Locali – Alta Specializzazione a tempo determinato”. Un errore originario, se si vuole, dato che in realtà il comandare di un consorzio di polizia locale dirige una macchina composta, come nel caso di Thiene, da più di quaranta agenti con compiti abbastanza impegnativi di garantire la legalità e la sicurezza nel territorio.
“A seguito della contestazione della Procura della Corte dei Conti – spiega ancora Scarepellini – nel mese di novembre 2022 il Consiglio di Amministrazione del ‘Nordest Vicentino’ ha ravvisato la necessità di procedere con la ‘messa in sicurezza dell’Ente mediante l’introduzione della figura di Dirigente al posto di quella di Funzionario (figura di livello inferiore rispetto a quella di Dirigente)’. In particolare veniva deciso che l’anno 2023 sarebbe stato un anno di transizione per consentire la predisposizione di una nuova macrostruttura dell’Ente”.

“L’eventuale istituzione, in autonomia, di una figura dirigenziale nell’ambito del Consorzio di Polizia Locale Nordest Vicentino – scrive ancora Scarpellini – comporterebbe una riduzione delle risorse finanziarie destinate alla produttività degli altri dipendenti. Per questo motivo è stato richiesto al Comune di Thiene di trasferire la quota del fondo corrispondente; constatando vana ogni richiesta in tal senso, nella riunione del consiglio di Amministrazione del 16.06.2023 ho comunicato agli Amministratori che mi sarei fatto da parte alla fine dell’anno per consentire una decisione più serena, rimuovendo definitivamente qualsiasi interpretazione di natura personale al fine di lavorare serenamente per il futuro del Consorzio di Polizia Locale. Per tale motivo le dimissioni saranno irrevocabili”.

“Da quanto scritto – sottolinea il comandate della polizia locale Ne.Vi – si evince che avevo messo al corrente i Sindaci del CdA, alla presenza di vari testimoni, il giorno 16.06.2023”.
Nella prima metà di settembre, si è svolta poi l’udienza presso la Corte dei Conti del Veneto e si è ora in attesa della sentenza.
La questione non è solo formale, perché la vicenda chiama in causa il precedente Consiglio di Amministrazione e, soprattutto, potrebbe portare a una sentenza che individua un danno erariale. Il comandante della polizia locale, come si deduce dal bando alla base del rinnovo dell’incarico, del settembre 2022, di fatto grazie alle indennità “ad personam” ha ricevuto, pur essendo inquadrato come funzionario di alta specializzazione, uno stipendio complessivo più alto, pari a quelle di un dirigente pubblico.