Insegnante muore a 36 anni per le complicanze dell’anoressia

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E’ morta per le conseguenze dell’anoressia a 36 anni. Un’insegnante thienese, Annalisa Tonello, è deceduta il 22 gennaio all’ospedale di Vicenza, dove era ricoverata per le conseguenze di una caduta, risultata fatale a causa delle sue precarie condizioni di salute. La giovane, come racconta Il Giornale di Vicenza, negli ultimi tempi pesava meno di 30 chili.

Persona sorridente, Annalisa aveva iniziato a manifestare i primi segni della malattia verso la fine del liceo – aveva frequentato il Liceo linguistico Corradini a Thiene – e l’anoressia nervosa negli anni aveva avuto fasi altalenanti, con momenti di maggiore serenità e altri in cui la malattia prendeva il sopravvento. Insegnante di lingue appassionata, quando poteva insegnava inglese agli alunni di istituti comprensivi della provincia.

Recentemente la malattia non le aveva dato tregua. Il suo corpo, fragilissimo, non è riuscito a superare le conseguenze di una caduta, dieci giorni fa, nella quale si era rotta alcune costole e che ne aveva provocato il ricovero all’ospedale San Bortolo di Vicenza.

“Ciao sister mia oggi con immenso dolore te ne sei andata per sempre, spero che tu là in cielo trovi la pace e che tu possa insegnare le lingue agli angeli! Sarai per sempre nel mio cuore tvtb” ha scritto la sorella Chiara, libero professionista, sul suo profilo Facebook.

Nel 2017 al Servizio disturbi del comportamento alimentare di Schio, punto di riferimento per il Distretto 2 dell’Ulss 7 Pedemontana, sono giunti 85 nuovi pazienti: il 90% femmine e il 33% affetti da anoressia nervosa. Dal 2003, cioè da quando è stato attivato il servizio, sono stati valutati 1286 soggetti, di cui 931 sono stati presi in cura e il 54% ha avuto un esito positivo della cura stessa. Attualmente sono in carico 133 pazienti con disturbi del comportamento alimentare, che comprende, oltre all’anoressia nervosa, anche la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata (telefono  0445 509690).

I segnali per riconoscere i primi sintomi dell’anoressia. “Quando si parla di disturbi del comportamento alimentare – afferma la dottoressa Patrizia Todisco, responsabile del servizio – indubbiamente la cosa fondamentale è la diagnosi precoce. Pertanto quando i genitori cominciano a vedere un figlio che mangia poco e diventa molto selettivo nella selezione del cibo, si piace poco, tende a fare una iperattività fisica, non quella fatta con piacere, per divertimento, in compagnia con gli altri, ma da solo, distruggendosi in camminate o corse al di là delle condizioni climatiche, tutti questi sono segnali di allarme. Come pure lo sono il raccontare che si è già mangiato prima di tornare a casa, o passare molto tempo in bagno dopo i pasti. I genitori devono  comprendere che queste spie  non sono solamente un allarme per il cibo, ma sono segnali di un disagio generale con se stessi e con gli altri. Cosa fare? Parlarne con i figli, non solo e non tanto riguardo l’aspetto alimentare, ma per capire il malessere che questi figli possono provare. E’ infatti un malessere più profondo, non una moda, è un malessere psicologico. Se i genitori sanno relazionarsi in questo modo rendono più accessibili le cure a questi ragazzi”.