La gloriosa Robur. Storia di oltre 70 anni e di 5 mila thienesi “nel pallone” in un libro

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Una foto senza tempo di una formazione della Robur, dalla pagina delle Vecchie Glorie

Gli anni all’anagrafe sono già 73. Ma il Calcio Robur, o meglio, la Robur che basta e avanza per i thienesi, alla pensione non ci pensa nemmeno. Perchè la passione non ha età, e di generazione in generazione si porta avanti, magari attraverso oltre cinque mila nomi e volti che hanno segnato la storia del club di Thiene, e in particolare del quartiere della Conca, bardato dai colori giallorossi. Tutti inseriti in un libro curato da Gianni De Franceschi, frutto di una minuziosa ricerca condita da emozioni rispolverate e tradotte in amarcord, immagini e profili di persone, prima ancora che di calciatori e dirigenti.

Nel volume intitolato “La storia della gloriosa Robur” sono racchiuse storie attraverso articoli di giornale – circa 90 – e fotografie, ben 276. Intorno, testi che raccontano storie, frammenti di passato, imprese sportive e aneddoti a partire dal 1945, quando a contribuire a spazzare via gli orrori e i dolori della guerra ci fu anche lo sport, il calcio, il collante universale. Altri numeri, oltre a quelli ammirati a suo tempo sul campo da gioco, rimandano alle 1.700 persone di cui si parla nella pubblicazione e alle 5.100 “catalogate” che hanno vestito o applaudito i colori giallorossi della Conca. Rendendo la parrocchia il vero fulcro della vita sociale del quartiere nel tempo libero.

L’appuntamento per il varo ufficiale è fissato a domenica 27 maggio al Patronato di Santa Maria Ausiliatrice, con “antipasto amarcord” offerto dalla partita tra le Vecchie Glorie del Calcio Robur, sempre arzille quando si tratta di rincorrere un pallone, ripercorrere i ricordi dei tempi sportivi andati e poi ritrovarsi in compagnia. Alle 10 il match, un’ora dopo la presentazione del volume con l’autore, thienese e “conchese” doc. Poi spazio ad un momento conviviale, un ritrovo multigenerazionale a ripercorrere ogni anno di Robur dal 1945 al 2018, con nostalgia ma anche un pizzico di sano orgoglio e senso d’appartenenza ad un club che ha accompagnato bambini, giovani e uomini nella loro crescita. A partire dall’intuizione di Giovanni Aver e Nino Savio, autori delle prime pagine non scritte della storia dell’U.S. Robur nel cortile del patronato.

 

“E’ una storia che racconta lo sport visto e vissuto nel suo significato più profondo – spiega
l’assessore allo Sport – senza violenze e opportunismi, senza ansie
agonistiche, solamente con il desiderio di educare e divertire secondo i principi di lealtà, impegno, caparbietà e rispetto. Valori considerati oggi volte superati o che sono stati snaturati dallo shock culturale introdotto dal mondo virtuale in cui viviamo oggi”.