Tutto il paese dal fotografo: Laghi si regala il libro che racconta sè stesso

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Il 2024 di Laghi rimarrà per sempre immortalato in un volume e chissà che ne diranno i posteri sfogliando le sue pagine, tra cent’anni o più. Metti un set fotografico allestito di tutto punto nella sede municipale. Per una volta niente modelle in posa, ma la gente verace e i volti di un intero paese. E’ così che per un intero weekend, oltre al lunedì, tutti i residenti di Laghi si sono messi in fila e in base alla disponibilità hanno posato per una foto che farà la storia. Almeno per Laghi. L’iniziativa è nata di concerto tra l’eclettico fotografo Ernesto Jobin e l’amministrazione del paese più piccolo del Veneto: una foto per ogni abitante da raccogliere poi in libro che sarà presentato a luglio, proprio nel periodo dedicato alla festa patronale di san Barnaba.

“La gente ha accolto con curiosità l’invito – racconta il fotografo con studio a Thiene – e così in tre giorni ho immortalato oltre 80 persone: me ne mancano solo alcuni che per problemi di mobilità dovrò raggiungere a casa, ma per il resto devo dire che la partecipazione è stata totale”. Foto ma non solo: il volume godrà di un’ampia sezione dedicata alle testimonianze e alla memoria. Aneddoti, curiosità e storia: “La comunità di un paese è come una famiglia – spiega ancora Jobin – con momenti belli alternati a passaggi dolorosi. Mi ha colpito, tra gli altri, il racconto di un contradaiolo che ha mi parlato del profondo smarrimento dei giovani che tornavano dalla Grande Guerra. Il confine era proprio lì tra quei monti, sembra passata una vita ma parliamo di poco più di un secolo fa”.

Entusiasta anche il sindaco Marco Lorenzato, che nell’iniziativa ci ha visto anzitutto un’occasione per far parlare del suo splendido paese: “Credo sia un’opera meritoria, in un’epoca dove tutto corre in modo frenetico: viene “fotografata” la realtà della montagna, fatta ancora di persone che amano il proprio paese, un modo per dare un segnale forte che noi ci siamo e che non solo Laghi, ma tutta la fascia prealpina dev’essere sostenuta anche per il valore inestimabile di quanto viene fatto, giorno dopo giorno, dai residenti per la manutenzione e il monitoraggio di un territorio bello e fragile al tempo stesso”.