Elogio ai soccorritori del Suem: “Non si sono persi d’animo”. La lettera di un infortunato ora guarito

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Se l’era vista brutta, dopo essere caduto da una scala all’indietro mentre stavo lavorando all’interno della sua proprietà tra boschi e colline di Lugo. Roberto Nicoli, questo il nome del malcapitato protagonista della disavventura, dopo un volo all’indietro verso il basso di alcuni metri era rimasto immobile sul pavimento, colpito da dolori lancinanti a schiena, e con il timore di aver riportato danni importanti.

E’ lui stesso, di professione elettricista (vive in un paese nell’Altovicentino), a raccontarlo, a distanza di ormai due mesi da una brutta domenica. La sua è stata un’emergenza da codice rosso, ma gli aiuti sanitari rischiavano di tardare a dismisura per la difficoltà di raggiungere un luogo isolato e impervio, in località Costa dei Pieri, praticamente impossibile da avvicinare per un’ambulanza su ruote.

Non a caso alla fine i soccorsi erano giunti (anche) via cielo, assicurando il ferito al’èquipe dell’elisoccorso che in breve tempo ha trasportato il 51enne all’ospedale Borgo Trento di Verona. Lì dove è stato curato e, soprattutto, dove gli accertamenti diagnostici avrebbero poi escluso danni alle vertebre. La vicenda risale al 5 dicembre e, dopo la convalescenza, Nicoli ha deciso di prendere “carta e penna”, scrivendo di proprio pugno un’attenta lettera di ringraziamento a chi l’ha soccorso, mettendo in campo qualcosina in più del mero senso del dovere.

Il testo è stato indirizzato direttamente al direttore sanitario distrettuale dell’Ulss 7 e al direttore del Pronto soccorso dell’ospedale di Santorso. Per estensione, il ringraziamento viene offerto a tutti coloro che hanno contribuito a rendere la disavventura meno amara, senza strascichi pesanti per il futuro. “Scrivo lettera per ringraziare e per rendere noto quanto svolto dagli operatori del 118 che si prodigano per soccorrere e curare persone infortunate o affette da malori. Il 5 dicembre sono stato oggetto di infortunio cadendo da una scala. Essendo la strada di accesso al luogo dissestata e quindi percorribile solo con mezzi 4×4, l’ambulanza non poteva giungere a destinazione, ma i soccorritori non si sono affatto persi d’animo, caricando in spalla l’attrezzatura e hanno raggiunto a piedi il luogo indicato, prestandomi i primi soccorsi. Valutata la situazione e considerato il rischio di traumi ingenti alla colonna vertebrale gli operatori dopo avermi stabilizzato sull’asse spinale, hanno richiesto l’intervento dell’elicottero di Verona Emergenza e nel frattempo, con l’aiuto di alcuni vicini, mi hanno trasportato fino all’ambulanza in attesa dell’arrivo dell’elisoccorso in un prato abbastanza pianeggiante per poter procedere all’imbarco in totale sicurezza.

Qualcuno potrebbe dire che ciascuno ha semplicemente fatto il proprio dovere. Vero. Ma anche non dare per scontato l’aiuto degli “angeli” del Suem se non un dovere si può definire come “cosa buona e giusta”, ed è così che una volta tanto esprimere soddisfazione e lodi pubblicamente a un servizio che funziona, come in questo caso, è ben accetto. “Scrivo per ringraziare per la professionalità, la preparazione e la sensibilità – conclude Nicoli nella lettera inviata anche alla nostra redazione – che hanno avuto nei miei confronti gli operatori dell’ambulanza durante le fasi di soccorso, che non si sono persi d’animo e a piedi con l’attrezzatura mi hanno raggiunto per prestarmi le prime cure. Un ringraziamento va fatto anche a tutta l’equipe medica e tecnica presente sull’elicottero del 118 e al personale della centrale operativa che ha gestito l’intervento e dall’ospedale Borgo Trento che si sono prodigati per assicurarmi le cure più tempestive, facendo in modo che io ora possa essere qui a raccontare l’esperienza vissuta, in quanto in quei momenti ogni minuto è essenziale per salvare vite o per ridurre i danni, in modo meno invasivo possibile”.