Malore al lavoro, muore falegname 45enne. Dall’Italia sosteneva la sua famiglia in Ghana

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Un fatto improvviso quanto doloroso che unisce Thiene alla cittadina trevigiana di Bessica di Loria, ma soprattutto una famiglia dell’Africa Occidentale, del Ghana. Il riferimento va alla recente morte di Ernest Adu Poku, un operaio falegname che ormai da almeno una quindicina d’anni viveva e lavorava in Veneto, sostenendo con i guadagni i propri famigliari rimasti nella terra natia, tra cui due figli e la moglie.

Ernest Poku, esperto tecnico nella lavorazione dei legnami, avrebbe accusato un malore venerdì nel tardo pomeriggio, agli sgoccioli dell’ultimo turno di lavoro settimanale prima del riposo del week end. Si trovava come d’abitudine da un paio di anni nell’azienda trevigiana per la quale lavorava, la “Fc legnami” di Bessica. In un attimo, senza poter chiedere aiuto, il 45enne si sarebbe accasciato al suolo, senza più riprendersi.

Alcuni colleghi presenti lo avrebbero soccorso e hanno allertato il 118, con un’ambulanza a sopraggiungere dal più vicino ospedale, quello di Castelfranco Veneto. Una volta sul posto gli operatori del Suem hanno messo in atto le manovre di rianimazione cardiopolmonare, senza esito. Per il dipendente della ditta di legname non c’è stato nulla che si potesse fare per rimediare al probabile infarto che lo avrebbe colpito senza avvisaglia precedente. Per quanto noto, Poku godeva di buona salute ed era un gran lavoratore, inserito nel tessuto sociale del quartiere di Ca’ Pajella a Thiene. A piangerlo qui in questi giorni è in particolare la comunità religiosa cattolica di cui l’uomo faceva parte.

Oltre al dolore dei colleghi condiviso dai titolari dell’azienda trevigiana, anche a Thiene e in generale nella folta comunità ghanese dell’Altovicentino la notizia della morte prematura del papà di origini africane ha sconvolto molte persone. Il 45enne, sposato con due figli, aveva trovato sistemazione in un alloggio in un condominio in via Tiepolo, condividendo le spese con altri amici che come lui avevano scelto l’Italia e il Veneto, rimanendo periodicamente lontano dalle rispettive famiglie ed affetti, per lavorare all’estero e guadagnare denaro da inviare ai propri cari Africa.

Della salma dello sfortunato lavoratore straniero e dell’eventuale rimpatrio per il funerale se ne occuperanno alcuni parenti che vivono in Italia, in attesa del nulla osta alla sepoltura che dovrà giungere dalla Procura di Treviso. Non sono emersi degli elementi che possano far pensare a un incidente sul posto di lavoro o ad altre cause diverse dal malore e quindi alla morte per cause naturali, fermo restando l’esito conclusivo dell’indagine preliminare in corso e l’eventuale decisione di procedere all’autopsia.