Caso Faresin, Meneghello contro Confindustria: “Pensi a risolvere i problemi provocati con la discarica Corsea”

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Non si placa a Sarcedo la polemica dopo il Consiglio Comunale “bollente” che la scorsa settimana, di fronte a una folta schiera di cittadini, ha visto messe al voto le mozioni della maggioranza e dell’opposizione sulla vicenda del progetto di Faresin Industries. L’azienda, che ora sorge a Breganze suddivisa in cinque piccoli capannoni, ha necessità di una nuova sede adeguata al suo sviluppo e ha chiesto di trasferirsi a Sarcedo su un terreno agricolo (una ex cava ripristinata di sua proprietà in via Villa Capra, a ridosso della rotatoria della Nuova Gasparona e a due passi dal casello della Superstrada Pedemontana Veneta di Breganze.

La richiesta è sul tavolo da un anno e il Consiglio comunale, che si è tenuto a Sarcedo lo scorso lunedì 31 luglio, si è concluso con l’approvazione della mozione della maggioranza di “Sarcedo in Comune” che fissava criteri generali di orientamento (che nei fatti comporta la bocciatura del progetto presentato dalla famiglia Faresin) e la bocciatura di quella presentata dalle minoranze (Vivere Sarcedo – Lega) in appoggio delle richieste del Comitato nato contro il progetto e sul quale erano state raccolte oltre 800 firme, cinquecento delle quali di cittadini di Sarcedo.

Il progetto prevedeva un capannone su un’area di circa 46 mila metri quadrati di proprietà di Faresin: un lotto edificabile di complessivi di 137 mila metri quadrati. “Si tratta di circa 300 mila metri cubi in area agricola e dopo parere del consiglio comunale – commenta Giorgio Meneghello, consigliere comunale di minoranza ed ex sindaco – oltre ai giornali si sono scatenate la ditta e la presidente del raggruppamento Alto Vicentino di Confindustria. Lo hanno fatto con una notevole e inaccettabile arroganza, minacciando che ‘dovremo far valere i nostri diritti in tutte le sedi che valuteremo opportune’. Ricordo sia alla Ditta Faresin che a Confindustria, che non siamo nel Far West, siamo già in uno stato di diritto, dove a governare il Comune di Sarcedo sono il consiglio, la giunta, il sindaco, non certamente il dottor Faresin o la dottoressa Silvia Marta”.

“Fra le competenze dei consiglieri comunali – prosegue Meneghello – ci sono appunto i ‘piani territoriali ed urbanistici’. A Sarcedo gli strumenti urbanistici sono formati dal Pati, come piano strategico di sviluppo, adeguato a soddisfare le esigenze socio-economiche, e il Piano degli Interventi che lo attua”. Meneghello spiega poi che nell’introduzione del Pati (il Piano di assetto del territorio intercomunale) ci siano passaggi sia relativi al paesaggio come bene da salvaguardare che indicazioni per una “trasformazione urbanistica funzionalmente equilibrata, armonica e policentrica ed uno sviluppo adeguato a soddisfare le esigenze socio-economiche, senza compromettere la conservazione e l’utilizzo futuro delle risorse del territorio, in particolare di quelle non riproducibili”.
“Come consigliere comunale – spiega Meneghello, che da sindaco appoggiò la proposta di realizzazione di un grande campo da golf a Sarcedo, con annessa costruzione di centinaia di villette e si oppose alla realizzazione di un referendum comunale sulla questione – non sono contro il lavoro, non sono contro gli aspetti socio-economici, ma considero anche il rispetto del territorio di Sarcedo, delle sue istituzioni, dei suoi cittadini, e il rispetto delle leggi italiane”.

Caso Faresin, mozioni incrociate: “Consapevoli che serve equilibrio tra sostenibilità e sviluppo”

Meneghello ricorda poi con veemenza a Confindustria e alla Faresin Industries, che ha citato il caso della discarica Corsea di Sarcedo, “che se la situazione ambientale di tale ex discarica è critica, dipende proprio dal Consorzio Corsea di Confindustria Vicenza. Il Consorzio è fallito, solo dopo la chiusura del conferimento dei rifiuti speciali, quindi solo dopo aver introitato tutto il possibile, senza avere accantonato risorse economiche sufficienti alla gestione post mortem di trent’anni. Questa previsione è un obbligo di legge, ma ovviamente un Consorzio fallito non risponde più. Forse potrebbe occuparsi proprio Confindustria di mettere le risorse economiche necessarie alla definitiva messa in sicurezza della ex discarica Corsea, dato che attualmente la gestione operata dalla Provincia di Vicenza va a gravare economicamente sui cittadini in senso lato”. “Come consigliere comunale di Sarcedo – conclude – continuerò nell’impegno che mi sono assunto e per cui sono stato eletto dai cittadini di Sarcedo, applicando i principi già enunciati di rigorosa attenzione alla cosa pubblica e rispetto degli interessi dei cittadini di Sarcedo”.

La presa di posizione del Comitato Villa Capra/Astico No V zona industriale Sarcedo Dopo il Consiglio comunale della scorsa settimana, arriva anche la presa di posizione ufficiale del Comitato Villa Capra-Astico – No V^ zona industriale a Sarcedo, che ricorda come negli articoli pubblicati dai media locali sulla vicenda in questi giorni “si parla molto di ecosostenibilità e opportunità a riguardo del progetto Faresin a Sarcedo”. “A nostro avviso – sottolinea il comitato in una nota – la vera sostenibilità è salvaguardia del territorio e recupero dei capannoni sfitti, non costruire un enorme polo industriale su un terreno agricolo. Quanto alle opportunità, tutti noi siamo per la tutela del lavoro, e riteniamo strategico da parte di molti strumentalizzare la questione e ridurre il tutto a una schermaglia politica, per distogliere l’attenzione dal tema principale: ovvero la pretesa di edificare su una zona agricola, anziché su una delle tre zone preposte individuate dal Pati site nei comuni di Breganze, Montecchio Precalcino, Sarcedo, in ampliamento ad altrettante Zone Artigianali Industriali esistenti”.
“Continueremo a portare avanti la nostra posizione e a difendere i nostri diritti di cittadini, forti del sostegno di chi ci ha supportato finora” conclude il Direttivo del comitato.