Moschea sequestrata dal Comune, per il Tar “non c’è alcun intento discriminatorio”
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Il Tar del Veneto “consegna” la moschea irregolare al Comune di Cornedo. Il tribunale amministrativo regionale ha dichiarato “parzialmente infondato e inammissibile” il ricorso dell’associazione islamica El Nour, di Cornedo. “La sentenza è chiarissima, stabilisce che non c’è stato alcun intento discriminatorio verso l’Islam e i musulmani – dichiara il sindaco Martino Montagna – c’è un problema urbanistico, quella struttura è artigianale e non può essere adibita a sede di cerimonie religiose con centinaia di partecipanti”.
La vicenda è quella del seminterrato di via Monte Ortigara a Spagnago di Cornedo. La comunità islamica l’ha acquistato, il Comune ha inviato polizia locale e vigili del fuoco che hanno evidenziato problemi di sicurezza. In seguito dal municipio è arrivato l’ordine di sgomberare: “Non hanno ottemperato, così abbiamo eseguito la legge e il Comune è entrato in possesso dell’immobile”. Ad El Nour è stato permesso di rimanere all’interno fino alla sentenza del Tar, che però ha appunto respinto il ricorso degli islamici. Per i giudici non c’era nell’atto impugnato “alcun intento o comportamento discriminatorio nei confronti della confessione islamica o dell’origine etnica degli associati”, come si legge nella sentenza, essendo l’atto “esclusivamente fondato sulla constatazione dell’inottemperanza a una sanzione edilizia reale che prescindeva da qualsiasi considerazione soggettiva”. Il municipio ora attende che l’associazione esca dalla struttura: “Abbiamo buoni rapporti con El Nour, spero verranno a portarci le chiavi – dichiara Montagna – l’edificio verrà custodito dal Comune, sigillato, in attesa che ci sia anche la pronunzia del presidente della Repubblica a cui l’associazione ha presentato ricorso. Nel frattempo, spero che la comunità islamica vorrà considerare anche altre possibili sedi. Ci sono terreni edificabili a Cornedo che avrebbero la destinazione d’uso giusta. Ci sono state anche offerte di altre locazioni da parte di imprenditori della vallata, ad esempio all’ex cinema Corallo di Valdagno”.